Dimenticare in fretta la Coppa e ripartire da Salerno

Dimenticare in fretta la Coppa e ripartire da Salerno

Sarà Juventus-Inter la finale di Coppa Italia. No, l’11 maggio non ci sarà la Viola a Roma, come tutti i tifosi gigliati speravano. Non è riuscita la terza impresa, dopo Napoli e Bergamo. Un po’ perché la Fiorentina era parecchio incerottata. Castrovilli, Odriozola, Bonaventura, Milenkovic e poi Torreira non si regalano a cuor leggero agli avversari. Un po’ perché Allegri ha lasciato pochi spazi di gioco a Italiano. Si sapeva che la Juventus preferisce giocare sugli spazi altrui. Una tattica che poco esalta Vlahovic, ma che, evidentemente, al tecnico bianconero piace parecchio.

Comunque la Viola, a Torino, ha giocato una buona partita. Buona, anche se non eccezionale. Molto possesso palla, come al solito, ma sono mancati guizzo e velocità. La serata non felicissima di Nico Gonzalez e il ruolo un po’ oscuro di Ikonè, più interno che esterno, non hanno aiutato Cabral a trovare l’occasione giusta.

La Juventus è squadra difficile da superare, quando si chiude. Molta fisicità, molta attenzione. De Ligt quasi insuperabile di testa. Ma la Juventus aveva anche un centrocampo all’altezza con Rabiot che ha trovato la sua miglior serata. Peccato per la Fiorentina.

La Viola avrebbe dovuto fare una partita di altissimo livello, possibilmente senza errori, per vincere allo Juventus Stadium. E invece gli errori ci sono stati. Due gravi sul gol di Bernardeschi. Prima Ikonè che si fa soffiare palla in modo un po’ scolastico, anche se molto lontano dalla porta. E poi Dragowski, messo stranamente in porta da Italiano. Secondo noi, il portiere polacco non ha più la concentrazione giusta per giocare una partita così importante (troppe le discussioni sul contratto). La sua uscita sul cross da sinistra di Morata è stata fallimentare. La respinta di testa di Biraghi è stata corta, ma la parabola inventata da Bernardeschi è stata, oggettivamente, eccellente.

Sull’1 a 0 la Viola non ha mollato. Due gol non sarebbero stati poi così impossibili da fare per la Fiorentina di quest’anno. Nella ripresa i ragazzi di Italiano hanno provato, inizialmente, a chiudere la Juve nella sua area. Ma Perin ha deciso, a differenza di Dragowski, di mostrare a Allegri che può contare su di lui. Sul colpo di testa di Quarta, deviato da de Ligt, è quasi prodigioso. Bravo, più tardi, su un tiro di Sottil. Insomma, la Viola non è stata a guardare. Italiano ha provato poi a cambiare l’assetto tattico. Addirittura Callejon è stato messo a fare il terzino (e non ha demeritato. Lo aveva già fatto, quando era nel Real). A un certo punto in campo c’erano Cabral e Piatek, con Sottil e Nico Gonzalez. La squadra, però, ha cominciato a perdere equilibrio e freschezza. Due gol, a quel punto della gara, erano troppi da recuperare. E per la Juventus si sono aperti spazi invitanti che però gli attaccanti non hanno sfruttato a dovere. Ci vorrà Cuadrado per cambiare le carte in tavola. Ancora lui, sempre lui, che in pieno recupero fa impazzire Quarta sulla destra per poi a servire a Danilo il pallone del raddoppio che seppellisce definitivamente le speranze della Fiorentina.

Le pagelle ci dicono che nessun viola ha fatto il cosiddetto partitone. Detto di Ikonè, Nico e Dragowski, Martinez Quarta ha preso la solita ammonizione, e si è fatto imbambolare da Cuadrado sul raddoppio. Poco da segnalare da Duncan (più volte ripreso da Italiano) e Saponara, mentre Torreira prometteva bene. Peccato che sia dovuto uscire nell’intervallo. Cabral si è un po’ perso fra i centrali juventini, che non sono certo gli ultimi arrivati. I nuovi entrati poco hanno dato, eccetto Callejon, che con un tiro al volo deviato si è molto avvicinato alla porta di Perin, e, come detto, un tiro di Sottil. Italiano non ci ha convinto sulla presenza in campo di Dragowski. Non aveva senso togliere Terracciano. Per il resto le scelte erano abbastanza obbligate. Non va dimenticato che c’erano molti assenti e che la panchina della Fiorentina non è così lunga come si potrebbe pensare.

Adesso si deve sperare che questa cocente sconfitta non lasci strascichi. Qualsiasi partita con la Juventus non è mai una partita qualsiasi. Ma fra 3 giorni si rigioca. Però, insomma, la Salernitana proprio adesso doveva cominciare a vincere… a Salerno il clima sarà caldissimo.

Duccio Magnelli

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