Va bene il bilancio, ma non rinunciamo ai sogni
La Fiorentina è terza eppure nessuno sembra occuparsene
La Fiorentina è terza ma l’ambiente è come non se ne occupasse. Taluni ringhiano contro i Della Valle altri se la pigliano con i tifosi che criticano i Della Valle, altri ancora con i giornalisti, Ma cosa sta succedendo? Vediamo di mettere un po’ di ordine nel sentimento viola. I Della Valle posseggono il pacchetto di maggioranza della società e vennero accolti all’inizio come i salvatori della Patria. Il loro programma, nel frattempo, è cambiato. Non è un segreto che vogliono vivacchiare nel calcio dando priorità al bilancio. Il calcio è una fabbrica di debiti. Non ce la sentiamo di accusarli. Ma il calcio è anche una fabbrica di emozioni. E i tifosi che hanno goduto (io con loro) della Fiorentina “salutate la capolista” avrebbero desiderato qualcosa in più e meglio dal mercato di “riparazione”. C’era una buona squadra base, c’è un allenatore intelligente oltre che ambizioso, c’erano importanti club in netto ritardo. Così, con qualche difensore e qualche centrocampista in più la squadra avrebbe capitalizzato il vantaggio per la gioia di tutti. Invece il mercato è stato un momento di grande confusione. Nella ridda di nomi si sono smarrite le buone intenzioni, creando sconcerto nei tifosi e nell’allenatore perfino ma soprattutto si è perso tempo e punti. I fratelli Della Valle, ci racconta la Gazzetta dello Sport, si sono impermalositi tanto da aspettarsi le scuse di Paulo Sousa. Mi sembra paradossale. Purtroppo i Della Valle hanno riempito la società di troppe figure che con il calcio non hanno dimestichezza. Lo si capisce dalle frasi di Andrea Rogg (già Marcolin, Luxottica e Puma) che dichiara che Sousa ha condiviso il mercato all’80% (?). Implicitamente lo ammette lo stesso Pradè quando confessa di dover riunire le varie componenti della società. Il calcio è una grande rappresentazione dove ognuno recita un ruolo. In genere l’allenatore va dal presidente e gli chiede i rinforzi che gli occorrono. Di solito fa qualche nome ma poi, consapevole della politica societaria, si accontenta di quello che i dirigenti gli trovano purché risponda alle sue attese tecniche. Ecco, se Paulo Sousa non ha nascosto la sua amarezza forse dipende dal fatto che, nomi a parte, si è trovato senza quei sostituti che avrebbero colmato le lacune dell’organico che ha a disposizione. Prendiamo il caso del difensore. Se ne parla da agosto. Sembrava addirittura che l’accordo con il Benfica per Lisandro Lopez fosse già definito, quasi una formalità. Lo stesso presidente esecutivo si era sbilanciato con una frase che appariva come scolpita nella pietra: “non ci faremo trovati impreparati…” E la missione in Argentina di Valentino Angeloni (già capo osservatore dii Udinese, Torino e Inter) per assicurarsi il diciannovenne Emnauel Mammana sembrava la conferma. Solo che a pochi passi dal contratto è saltato tutto, incomprensibilmente. Così è finita ingaggiando all’ultimo minuto Yohan Benalouane che dopo Cesena, Parma e Atalanta, si era trasferito a Leicester nell’agosto scorso. Il franco-tunisino, però, non ha incontrato le simpatie di Ranieri che in campionato lo ha utilizzato per 64 minuti. In più è arrivato anche infortunato. Come si dice, il calcio è un gioco stupido per persone intelligenti. Se un allenatore chiede un difensore, si potranno fare molte valutazioni ma alla fine è accontentarlo più che giusto è opportuno.
Ecco, credo che alla Fiorentina occorra un confronto di chiarezza, perché ognuno possa recitare con soddisfazione il proprio ruolo ma soprattutto perché l’obiettivo deve essere comune. Il bilancio va bene ma non si deve rinunciare a produrre sogni e emozioni. La gente non capirebbe.
Ecco, credo che alla Fiorentina occorra un confronto di chiarezza, perché ognuno possa recitare con soddisfazione il proprio ruolo ma soprattutto perché l’obiettivo deve essere comune. Il bilancio va bene ma non si deve rinunciare a produrre sogni e emozioni. La gente non capirebbe.
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Massimo Sandrelli
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