Una vittoria dal cuore
La Viola si issa a 12 punti in classifica, porta a casa la quarta vittoria in sei partite ‒ la terza in trasferta, non va dimenticato ‒ ed entra ufficialmente nel gotha del calcio italiano, quello da cui era stata estromessa qualche tempo fa. Vittoria pesante quella di Udine, faticosa, difficile, giunta al termine di una partita di grande sofferenza, soprattutto nel secondo tempo. Cosa abbastanza incomprensibile, visto che i friulani venivano da due giorni di riposo in meno. Eppure l’Udinese nella ripresa ha messo alle corde la Fiorentina e solo Dragowski, e qualche imprecisione dei suoi attaccanti, hanno permesso alla Viola di uscire dalla Dacia Arena con tre punti preziosissimi.
Primo tempo discreto, anche se non proprio entusiasmante. Il pressing viola è meno intenso e martellante del solito. Un fallo su Bonaventura in area, e conseguente rigore, permette a Vlahovic di trasformare il suo decimo rigore consecutivo in serie A. A onor del vero, anche l’Udinese ha protestato per qualche episodio non chiarissimo in area avversaria. Ma, come diceva Boskov, “rigore è quando arbitro fischia”. Quindi i ragazzi di Italiano vanno al riposo con il massimo ottenuto con uno sforzo tutto sommato non eccessivo.
Nella ripresa l’Udinese aumenta la pressione e la Viola comincia inaspettatamente a soffrire. Oltre a un calo fisico, c’è anche un calo di concentrazione. Molti errori di misura nei passaggi e nei controlli di palla. Il pressing dei friulani non è così intenso, ma qualcosa sembra non quadrare nei meccanismi in genere oliatissimi messi in campo da Italiano. Eppure per la Viola si aprono grandi spazi nelle retrovie avversarie, spazi che sarebbero da sfruttare molto più concretamente. I ragazzi di Gotti però saltano con troppa facilità gli avversari, soprattutto sulla loro fascia sinistra, la destra difensiva della Fiorentina. Soprattutto Milenkovic si trova in difficoltà. Due-tre interventi di Dragowski, e la non eccelsa qualità degli attaccanti friulani in fase risolutiva, non permettono comunque all’Udinese di raggiungere il tutto sommato meritato pareggio.
Difficile dare le pagelle. Il migliore è stato sicuramente Dragowski. Gli altri tutti più o meno sullo stesso piano, non certo eccelso. A noi Callejon è sembrato in difficoltà, soprattutto nei recuperi difensivi, essenziali per il gioco di Italiano. E, come detto, Milenkovic è apparso impreciso in qualche situazione (anche se una sua deviazione fortuita in angolo ha salvato Dragowski da un tiro indirizzato all’incrocio dei pali). Vlahovic ha giocato la sua solita partita: grande merito per il rigore trasformato, ma per il resto ha spesso sbattuto contro i difensori avversari.
Insomma, alla fine il secondo tempo della Fiorentina ci è sembrato molto simile a quello giocato contro l’Inter. Solo che non avendo davanti i campioni d’Italia, e la loro rosa di grande qualità, questa volta il risultato è stato portato a casa. Da segnalare che per la prima volta la Viola non ha subito reti.
Per ora, Firenze si gode una classifica da sogno. Per il futuro, e il Napoli, c’è tempo.
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