Un “monday night” da incubo
La Viola affonda in Laguna, proprio nella serata che doveva rappresentare il trampolino di lancio verso posizioni di classifica di grande prestigio. Il Venezia, che doveva essere la vittima sacrificale del “monday night”, confeziona una partita di ottimo livello, considerando anche una rosa che, teoricamente, non avrebbe dovuto far paura a una Fiorentina che, finora, aveva perso solo con squadre oggettivamente più forti. Il punto è che il calcio, alla fine, ha una sua logica e quindi se sbagli paghi, e i cocci sono tuoi. E la Viola di errori in terra veneta ne ha fatti parecchi. Già la formazione iniziale è apparsa poco convincente, con Amrabat che vince il duello con Torreira e Pulgar come centrale di centrocampo e con Nico Gonzalez in panchina per fare posto a Sottil e Callejon. E infatti nel primo tempo la Fiorentina non centra mai la porta avversaria, se si eccettua un tiro di Bonaventura deviato prima da un difensore e poi dal portiere Romero. Vero che la Viola inizia a ritmi lenti. L’intenzione, probabilmente, è quella di prendere piano piano possesso della partita, per poi rinchiudere gli avversari nella loro metà campo per non farli più uscire. Idea affascinante se non fosse che ad ogni sortita in attacco gli avversari, con la difesa schierata da Italiano in modo azzardato, mettono paura (e stiamo parlando di una neopromossa). Insomma, se non crei niente in avanti e rischi dietro vuol dire che c’è qualcosa di sbagliato nella costruzione tattica. E siccome, come detto, gli errori si pagano, all’ennesimo rilancio dei veneti, la difesa viola si trova allineata male, il fuorigioco non funziona e il Venezia segna a porta vuota.
Il primo tempo finisce così, ma c’è grande fiducia in una ripresa di alto livello, anche perché Italiano ha in panchina i pezzi da novanta (diciamo ottantanove). Entra subito Benassi, al posto di Odriozola a rischio secondo giallo Poi, piano entrano tutti gli esclusi dalla formazione iniziale. Ma la situazione non sembra evolversi favorevolmente per la Fiorentina, anche perché il Venezia non si chiude a difesa del fortino, ma anzi prova a ribattere in contropiede, visto che la metà campo gigliata è ormai una prateria incolta. Insomma, la Viola gira e rigira alla ricerca del pareggio ma raccoglie solo l’espulsione di Sottil per doppia ammonizione. Al novantacinquesimo, l’aria di festa del “monday night” svanisce nel nulla di una bruttissima partita.
Le pagelle sono inutili, in una serata come quella del Penzo. Non ci sono nemmeno i meno peggio, perché la squadra è parsa parecchio ingolfata e sbandata. Vlahovic ha fatto poco, a parte dibattersi contro i centrali avversari (alla fine, comunque, un suo tiro sfiora il palo). Del resto, gli arrivano pochi palloni giocabili in un 4-3-3 che, e lo ribadiamo, secondo noi non è adatto alle sue caratteristiche. Curioso come lo schema tattico di Italiano, così offensivo, portando molti giocatori nella metà campo avversaria, non riesca a far segnare il capocannoniere viola dello scorso campionato . Alla fine si è sentita la mancanza di Kokorin, che magari in una serata così assurda avrebbe segnato.
Già, perché una serata calcisticamente così assurda non se l’aspettava proprio nessuno a Firenze.
I commenti sono chiusi.