Tutti insieme per la viola di oggi
Un tuffo nel passato sapendo bene che si sta lottando per il futuro. La Fiorentina ritrova qualcosa che ha fatto parte della propria storia (anche se forse non della sua parte migliore) e affronta probabilmente anche uno degli ultimi scogli, veramente difficili, per spianarsi la strada verso una conclusione positiva del proprio campionato. Arriva la Samp, sicuramente una delle vere sorprese stagionali: insieme si porta Mihajlovic e Viviano, tralasciando per un attimo anche altri ex della storia viola. Ci soffermiamo sul tecnico e sul portiere solo per cercare di ristabilire, se mai possibile, una verità. Per esempio che Sinisa in quel suo primo anno in viola fece il possibile. Mica era facile con una società che sognava un bilancio a quota zero prendere il posto dell’amatissimo Cesare Prandelli. Magari è diverso il ricordo del secondo anno. Figlio di quello che per noi rimane forse il vero e probabilmente unico errore di Corvino, confermare Mihajlovic dopo che lo stesso, autorizzato dalla sua stessa società, insomma dai Della Valle, aveva trattato e ottenuto l’accordo per sedersi sulla panchina nerazzurra. Poi tutto saltò e Sinisa rimase in una città che già lo aveva…dimenticato. Quel secondo anno resta come ricordo «acido» di una storia che non fu felice, ma forse è adesso ricordata con troppa acredine. Un errore, di tutti, ma questo non cancella il giudizio su un tecnico che ha pagato oltre i propri demeriti che forse, in gran parte, andrebbero suddivisi con squadra e società.
Idem per Viviano, che come Mihajlovic, ha pagato la somma dei luoghi comuni. Sia chiaro, il suo rendimento fu sicuramente inferiore a quello che stanno producendo in questa stagione Neto (convincente già dalla passata stagione) e lo stesso Tatarusanu. Ma il portiere nato a Fiesole alla squadra viola voleva bene davvero, oltre le battute, i ricordi, oltre le parole degli altri. Alla fine quel suo essere di Fiesole, quel suo amare anche troppo raccontato dagli altri, Viviano l’ha pagato più degli altri. Come se amare la maglia viola potesse poi diventare una colpa. La verità è che Mihajlovic era un buon allenatore arrivato e rimasto nel modo sbagliato a Firenze e Viviano rimaneva un buon portiere che alla fine pagava il suo tifo ostentato. Piccoli peccati per due buoni professionisti che adesso tornano da «nemici» pericolosissimi a Firenze. E così sarà battaglia per la Fiorentina, quella di oggi contro buona parte di quella di ieri. Match complicato e che può davvero spianare per gli uomini di Montella la strada che manca alla fine della stagione. Sapendo benissimo che se non c’è acrimonia per quel passato neppure c’è rimpianto. Tutti stanno con la Fiorentina di oggi.
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