“Squadre vere” per la Champions e la Viola lo è
Esistono mille ragioni valide che devono indurre la Fiorentina a lottare fino all’ultimo secondo per raggiungere un posto in Champions League. Dopo la disfatta dell’Olimpico, Bastian Contrario ha ripensato e riadattato una della tante illuminanti massime del grande Vujadin Boskov: “Meglio perdere una partita quattro a zero, che quattro partite uno a zero”. Fenomenale! Perdere all’Olimpico dopo una impressionante serie di risultati utili consecutivi (compreso il trionfo in casa della Juventus), abbandonarsi ad una grande Lazio era francamente un evento che stava tranquillamente nell’ordine delle cose.
Diciamo che la disfatta magari andava contenuta, ma un piccolo incidente di percorso in un percorso di tangibile e progressiva crescita si poteva ipotizzare. Quello che stupisce semmai è sentire e leggere, seppur a caldo, critiche velenose ad una squadra che sta facendo letteralmente sognare un città. Molti passi sono stati compiuti verso la maturazione della piazza, ma una certa mancanza di equilibrio talvolta si nota in modo particolare.
Detto questo, torniamo ai fatti. Il grande idolo del pubblico viola Momo Salah è stato chiaro: “Il nostro vero grande obiettivo è raggiungere la Champions League”. Quest’anno, più di altre volte, la Fiorentina ce la può fare. Coefficiente di difficoltà? Elevatissimo, ma la squadra di Montella è in corsa piena. Anche perché, a differenza degli altri anni, questa volta la bagarre riguarda due dei tre posti Champions: il secondo e il terzo. E’ tutto aperto.
La Roma soffre della pareggite, è inutile negarlo, ha smarrito la magia che ha contraddistinto il primo anno e mezzo della gestione Garcia. In difesa non è solidissima, in attacco non è più micidiale come un tempo. Qualche crepa si avverte anche dall’esterno e l’abdicazione nella lotta per lo scudetto ha lasciato una scia di delusione nell’ambiente.
Il Napoli invece è afflitto dalla sindrome da rimonta: con l’Inter per la quarta volta la formazione di Benitez, in vantaggio netto e con la vittoria in pugno, si è dovuta accontentare di un pareggio amarissimo. L’ennesima amnesia che ha reso ancora più incandescente il clima intorno a Benitez, tutt’altro convinto di proseguire alla guida del Napoli. Gli azzurri hanno un grande organico ed un super centravanti, Higuain, ma più di una volta sono emersi degli strani scricchiolii, eccessi di insicurezza che hanno di fatto impedito al Pipita & compagni di avvicinarsi minacciosamente alla Roma ed insidiarle il secondo posto.
C’è poi la Lazio che per ovvi motivi ha un peso politico persino superiore a tutte le altre pretendenti, ma che, oltre a questo, ha anche un eccellente allenatore e sta tentando da diversi campionati di centrare questo obiettivo. Il successo sulla Fiorentina ha sicuramente gasato l’ambiente, ma le sorti dei biancocelesti dipendono molto dal genio di Felipe Anderson: un aspetto abbastanza condizionante. Perché in Champions, sia chiaro, andranno le due formazioni che dimostreranno da qui alla fine della stagione di essere delle vere ‘squadre’.
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