Speciale Stadio, l’ex Alcool Campi: “Noi campigiani siamo fiorentini, la polemica sullo stadio a Campi è assurda”
C’era una volta l’Alcool Campi, correva la seconda metà degli anni Ottanta. Era un gruppo di riferimento della Curva Fiesole e come si capisce dal nome con provenienza chiara: Campi Bisenzio. Perché il comune adiacente a quello del capoluogo toscano era già culturalmente Firenze prima che nascesse l’area metropolitana. Ecco perché oggi, nel dibattito stadio sì/stadio no a Campi, stride la voce di coloro che considererebbero un affronto un impianto fuori città.
La tradizione campigiana, intrisa di senso di appartenenza a Firenze e ai suoi colori, ce la ricorda bene Roberto Nistri, 52enne imprenditore nell’abbigliamento, e in passato esponente di spicco dell’Alcool Campi: “Sono stati anni bellissimi – ci racconta nel suo negozio -, pieni di tifo e amicizia vera, ma purtroppo tanti di noi non ci sono più. Con gli altri, invece, ci ritroviamo sempre, scherziamo e parliamo di Fiorentina. La cosa bella è il rapporto che noi ‘vecchi’ abbiamo con chi guida la curva oggi. Quei ragazzini che ci seguivano a quei tempi e che oggi sono uomini e leader della Fiesole”.
Parlare con un ultrà viola di differenza tra Campi e Firenze, significa non aver compreso bene il tema, significa non conoscere neppure la storia della Fiesole: “Il Franchi è la nostra casa – spiega Roberto – e nessuno lo discute, ma si parla di un nuovo stadio dai tempi di Pontello. Farlo a Campi sarebbe stupendo perché noi campigiani siamo fiorentini. La tradizione di questo luogo ha forti radici con Firenze: Narciso Parigi, Francesco Flachi, il nostro Teatrodante ora intitolato a Carlo Monni e tantissimi altri elementi. Io stesso ho sempre frequentato la città. Ad un chilometro da qui in linea d’aria c’è il comune di Firenze. Lasciatemi dire che la polemica sul nuovo stadio a Campi non può esistere, è assurda, vuol dire non comprendere il nostro percorso. Poi sento parlare di criticità legate alla viabilità: perché a Campo di Marte non ci sono mai state? Conosco bene il sindaco Fossi, ha le idee molto chiare. Spero glielo facciano fare. Io non sono favorevole alla ristrutturazione del Franchi, mentre invece vorrei che fosse sfruttato e protetto a dovere il giorno in cui i viola non giocheranno più lì. Abbiamo un grande presidente come Rocco, non facciamogli passare la voglia. Sfruttiamo questa grande occasione anche perché temo che una così non si presenterà più…”.
Roberto Nistri trasmette la passione della Fiesole, una curva che ha sempre incarnato lo spirito di Firenze. Lo stesso che si ritrova da Roberto con le foto del calcio storico attaccate alle pareti insieme a simboli del tifo. Campi e Firenze sono la stessa lingua del vocabolario viola.
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