Salutate la capolista, Firenze torna al comando dopo oltre 16 anni
“Salutate la capolista”, hanno urlato impazziti di felicità duecento tifosi alla stazione, quando è tornata la Fiorentina da Milano. Spaccato di una città in delirio per una squadra, partita tra scetticismo e polemiche e che invece, adesso, si ritrova in testa insieme ai nerazzurri dopo 6 turni. Nell’era Della Valle mai la Fiorentina era stata al comando: si deve tornare ai tempi di Cecchi Gori e Trap in panchina, con un fenomeno a fare il centravanti, Gabriel Batistuta, per ritrovare i viola sul gradino più alto della serie A. Stagione ’98/’99, dopo 6 giornate la Fiorentina era in testa con 15 punti come oggi, dopo aver rifilato un poker alla Salernitana. Avrebbe lasciato il primato il 21 febbraio ’99. Ci fu un incidente che tenne fuori Batistuta per un mese e Edmundo, su autorizzazione di Cecchi Gori, se ne andò al Carnevale di Rio… Vecchi film, storie di uno scudetto gettato al vento. Alla fine di quella stagione la Fiorentina arrivò addirittura terza.
I viola volano con 5 vittorie e una sconfitta e soltanto 4 gol subiti (di cui 3 dal Toro in un colpo solo). Il demiurgo è Paulo Sousa: carismatico, elegante (i Della Valle tengono molto anche a questo aspetto), preparato, umile ma deciso. Non si arrabbia quando lo paragonano al Trap del terzo millennio, anzi risponde: “Magari vincessi la metà dei suoi trofei…”.
Il tecnico portoghese, grazie ad una felice intuizione di Pradè sul mercato e di tutto lo staff dirigenziale – costo dell’operazione meno di 6 milioni… – ha pescato un centravanti vero, dopo un biennio di super flop con Gomez. Il diesse viola ha dato tutti i meriti al tecnico lusitano: “Kalinic è stata una scelta di Sousa che lo conosceva da quando aveva 18 anni. Comunque abbiamo preso un top allenatore, così come Montella era un top allenatore. Il nostro segreto è il lavoro”.
Nikola Kalinic, croato, ex Dnipro (ha segnato anche al Siviglia nell’ultima finale di Europa League per altro persa dagli ucraini) e riserva in nazionale di Mandzukic, è un regista offensivo straordinario, capace di fare le due fasi e buttare anche dentro molti palloni. Per adesso siamo a 4 in campionato e uno in Europa.
Firenze sogna anche se parlare di scudetto è troppo. “Stiamo con i piedi per terra e lavoriamo”, ha detto il presidente Della Valle, al centro dei festeggiamenti del 50esimo compleanno e di una vittoria splendida a Milano.
E pensare che Pepito Rossi deve ancora tornare al massimo della condizione, mentre l’acquisto più roboante, Mario Suarez, è rimasto un po’ ai margini in attesa di dimostrare in pieno il proprio valore. Questo per dire che i margini della Fiorentina sono ancora tanti. I viola giovedì saranno in campo a Lisbona contro la Belenenses, per la seconda gara del girone di Europa League. Sono chiamati ad un pronto riscatto dopo la sconfitta interna col Basilea. Ma dopo San Siro tutto è possibile…
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