Rosi e Diakitè, a volte ritornano
La storia di due ex che a Firenze non hanno lasciato il segno, emigrati a Frosinone in cerca di riscatto.
Sono entrambi ripartiti da Frosinone, per trovare spazio e anche per provare a fare la storia, al debutto nella massima serie. Da una parte c’è Aleandro Rosi, dall’altra Modibo Diakité. Due che Firenze conosce un po’, ma che a dirla tutta non hanno lasciato un’impronta vera.
Di Rosi si ricorda soprattutto il rocambolesco trasferimento, alle ultime battute dello scorso mercato invernale. Serviva un vice Joaquin, e dopo aver provato a convincere Cairo a liberare Darmian e riflettuto su Michael Lang del Grasshoppers e, alla fine, si è ripiegato sull’ex Roma. E la fumata bianca è arrivata: prestito secco fino a giugno. Si sapeva perfettamente che la sua sarebbe stata l’ennesima scommessa, perché l’ex guiallorosso, era già passato da stella a meteora. Lo buttò… nella mischia Luciano Spalletti: sembrava essere il “re della fascia” e, in principio, lo è pure stato. El Mundo Deportivo, dopo la gara della Roma contro il Valencia che qualificò i giallorossi agli ottavi di Champions, gli dedicò persino la controcopertina. In prima pagina c’era Ronaldinho, in ultima Rosi. Capace di lunghe corse, di feroci contrasti e fini palleggi, ma anche in grado di perdersi in un bicchiere d’acqua. Dalla Roma passò poi al Parma, quindi in prestito al Sassuolo e a Genova. Quattordici gare in tutto il 2014. Con la Fiorentina non ha certo avuto troppa visibilità: 4 presenze in tutto, tre dal primo minuto e una subentrando, tanto che in pochi si sono accorti di lui. Era già scritto nello stato delle cose che il suo prestito non sarebbe stato né rinnovato né riscattato. Serviva trovare un’alternativa all’ultimo e dopo il niet del Barcellona per Martin Montoya (che all’Inter attende ancora di trovare il suo debutto) quella sembrò la soluzione migliore. Ha lasciato Firenze all’indomani della fine del campionato, diretto nelle isole spagnole per le vacanze. Dopo aver fatto rientro a Genova si è trasferito alla corte di Stellone, sempre in prestito secco e fin qui è stato quasi sempre presente.
Al Matusa, Rosi, ha ritrovato un altro ex viola, Modibo Diakité. Preso per portare forza fisica e acume tattico, pure lui è arrivato per una brevissima parentesi. Quattro mesi, sempre in gennaio, prima di ripartire ancora, destinazione Sunderland. Ha giocato come centrale, ma anche come terzino, dove lo spostò Delio Rossi ai tempi della Lazio. Mancava Lichsteiner, c’era bisogno di un esterno basso e il ragazzo francese di origini maliane non deluse. A Firenze non gli sono bastate le 9 presenze messe insieme con Vincenzo Montella alla guida della squadra per farsi riscattare, ed ha ricominciato ancora una volta. Sa benissimo che la gara contro la Fiorentina è uno scoglio quasi insormontabile, ma vuole provare ad essere lui l’uomo della rinascita frusinate. Fin qui la vittoria degli uomini di Stellone è sempre stata casalinga: contro Empoli e Samp, ma a Firenze non si fida nessuno. C’è da tornare a correre per restare lassù. Anche all’ora di pranzo.
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