Romulo, eroe per caso
21 aprile 2013, nel finale di Fiorentina-Torino, il brasiliano risolve una delle sfide più rocambolesche di sempre.
C’era una volta un brasiliano atipico, sbarcato a Firenze con un grande bagaglio di sogni e lo sguardo rivolto sempre in avanti. Forse troppo in avanti, almeno per il suo primo allenatore Sinisa Mihajlovic (guarda caso il tecnico del Torino di oggi) che lo fa giocare poco o nulla, anche per colpa di un equivoco tattico: era stato acquistato come terzino destro, pur avendo una scarsa propensione alla fase difensiva.
Ma Romulo Souza Orestes Caldeira, più semplicemente noto come Romulo, non si abbatte, continuando a lavorare, nonostante le critiche che gli piovono addosso e che spesso sfiorano la derisione. Dopo il primo campionato in sordina, l’avvento in viola di Vincenzo Montella gli cambia improvvisamente la vita. Il tecnico napoletano decide di impiegarlo da centrocampista per sfruttare i suoi inesauribili polmoni e il rendimento di Romulo migliora sensibilmente e arriva anche il primo gol, addirittura a San Siro contro l’Inter. Una rete purtroppo inutile perché la Fiorentina esce sconfitta per 2-1. Il suo campionato prosegue fra alti e bassi fino al 21 aprile del 2013, una data che, nell’esperienza fiorentina del brasiliano, rappresenta senz’altro la vetta più alta. La Fiorentina affronta il Torino dell’attuale Ct della Nazionale Giampiero Ventura. I viola scendono in campo con Viviano tra i pali, Tomovic, Gonzalo Rodriguez, Compper e Savic in difesa, Aquilani, Pizarro e Borja Valero a metà campo, Cuadrado, Larrondo e Ljajic di punta. Montella aveva deciso di tenere a riposo molte delle sue stelle, tra le quali Jovetic e Toni. La Fiorentina, però, parte alla grande passando subito in vantaggio con il funambolico Cuadrado. Poi Aquilani e Ljajic arrotondano il risultato sul 3-0. Ma prima nel finale della prima frazione Vives riapre, quasi per caso, un incontro che pareva già chiuso. Quella Fiorentina era vivace e spettacolare, ma anche capace di complicarsi maledettamente la vita. Così l’ex Santana al 12’ riesce a segnare il più classico gol degli ex e un altro ex, col dente ben più avvelenato, agguanta un clamoroso pareggio, il suo nome è Alessio Cerci. E’ il 33’ del secondo tempo e gli spettatori del Franchi non credono ai loro occhi. Manca poco meno di un quarto d’ora e la squadra di Montella pare in balia di un avversario che aveva dominato per lunghi tratti della gara. Ma il mister gigliato ha un asso nella manica, che forse neppure lui si aspetta di avere: al 28’ (poco prima del pareggio granata) aveva inserito Romulo al posto dello stanco Aquilani. Il brasiliano era entrato per difendere il 3-2, ma a 2’ dalla fine aveva nuovamente rivolto lo sguardo in avanti, catapultandosi in area di rigore avversaria. Un’intuizione geniale perché, dopo un rimpallo sull’altro nuovo entrato El Hamdaoui, il pallone capita proprio sul suo piede destro. Il tiro non è granché, ma tanto basta per far passare la sfera sotto la pancia del portiere Gillet e far scattare il tripudio del Franchi. Romulo corre, con gli occhi rivolti verso quei tifosi che, per una volta, applaudono solo lui, diventato eroe “per caso”. La partita finisce 4-3 come… Italia-Germania. E quel giorno resterà, almeno per lui, indimenticabile.
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