Picchio De Sisti, il capitano del secondo Scudetto e l’allenatore che sfiorò il terzo
Oggi uno dei più grandi miti viola compie 74 anni. Stiamo parlando di Giancarlo De Sisti, il capitano della Fiorentina del secondo scudetto (1968/69) e l’allenatore che sfiorò il terzo tricolore (1981/82). E sarebbe stato un record perché nessun viola è mai riuscito a laurearsi campione d’Italia da giocatore e da tecnico. I suoi sono stati 9 splendidi anni da centrocampista-faro della manovra e quasi 4 in panchina. Arrivò a Firenze a 22 anni nell’estate del 1965, acquistato dal presidente Nello Baglini per una cifra elevata per l’epoca: circa 300 milioni di lire. Soldi spesi bene per colui che diventerà il miglior regista viola di sempre, capace di conquistare subito la Coppa Italia, vinta in finale contro il Catanzaro e, poi, la Mitropa Cup. Dal 1967, dopo la cessione di Hamrin al Milan, divenne capitano ad appena 24 anni. Esordì anche in Nazionale, per volere dal cittì Ferruccio Valcareggi e nel 1968 si laureò campione d’Europa. L’antipasto al già citato e storico Scudetto fiorentino del 1969 al quale dette un contributo essenziale, disputando tutte e 30 le partite di campionato, con 2 reti all’attivo (di cui una alla Juve). In Nazionale fu pure tra i protagonisti del secondo posto ai mondiali in Messico del 1970. Nel 1974, dopo aver fatto da chioccia a un giovanissimo Giancarlo Antognoni, tornò a Roma, chiudendo la sua prima avventura in viola con 256 gettoni di presenza e 28 reti. Dopo 6 anni, però, tornò a Firenze da allenatore, nel gennaio del 1981, sostituendo Paolo Carosi e rivitalizzando la Fiorentina che, dalla bassa classifica, fu protagonista di una eccezionale rimonta, chiusa col quinto posto finale. La stagione successiva fu quella più esaltante: i viola lottarono spalla a spalla con la Juve per il tricolore, fino all’ultima giornata. Ma il noto e clamoroso scippo bianconero privò la Fiorentina del terzo Scudetto. Nel 1984 De Sisti fu colpito da un granuloma sub dentario e rimase ricoverato in ospedale a lungo. Un ritorno in panchina troppo affettato, in una stagione piena di difficoltà, lo portò a lasciare la panchina viola, dopo il rifiuto di essere affiancato da Ferruccio Valcareggi. Ma il suo rapporto con Firenze è rimasto, e resterà per sempre, fortissimo.
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