Pesaola, il Petisso napoletano che portò lo Scudetto a Firenze
E’ la sua partita, quella tra le due squadre che più ha amato, il Napoli (che ha allenato dopo averci giocato) e la Fiorentina (di cui è stato un grande tecnico). Bruno Pesaola, l’argentino naturalizzato italiano (ha giocato anche una partita con la nazionale azzurra) che ci ha lasciato a maggio del 2015 a quasi novant’anni, era napoletano d’adozione ma in riva all’Arno ha ottenuto il successo più importante della sua carriera. Pesaola arriva a Firenze tra lo scetticismo generale a giugno del 1968 e si ritrova una squadra sulla carta indebolita. Sono stati ceduti i nazionali Albertosi e Bertini oltre al giovane e promettente attaccante Brugnera e sono stati acquistati Rizzo e il difensore Stanzial (una riserva). Il “petisso” (questo è il suo soprannome; in spagnolo significa piccoletto), però, oltre a essere un ottimo allenatore è anche un fine psicologo. Convince i giocatori della propria forza e li carica a dovere, anche facendoli ascoltare le canzoni del suo amico Peppino Gagliardi. E così alla fine della sua prima stagione a Firenze arriva addirittura lo scudetto. Proprio Fiorentina-Napoli è una delle partite della svolta di quello splendido campionato. Al Comunale l’8 dicembre 1968, in una giornata piovosa, i viola vanno al riposo in svantaggio per 1-0 per un gol subito da Canè. La Fiorentina è in difficoltà soprattutto a centrocampo. E così nell’intervallo Pesaola si gioca l’unica sostituzione all’epoca consentita. Toglie l’ala Chiarugi e inserisce un mediano, Esposito, campano di Torre Annunziata, per dare più equilibrio alla squadra. I viola ribaltano il risultato, vincendo per 2-1 grazie alle reti di Rizzo e Amarildo. Chiarugi, accusato di troppo individualismo, perde il posto di titolare per quasi tre mesi (gioca la successiva gara a Torino contro il Toro per la squalifica di Merlo e poi alcuni minuti con la Roma). Ma quando torna al Comunale con il Vicenza il 9 marzo 1969 (nel giorno in cui i viola rimangono da soli in testa alla classifica senza più essere raggiunti) segna due dei tre gol che regalano la vittoria alla Fiorentina e non esce più di squadra. Sarà determinante e fondamentale per la conquista del titolo. Lo scudetto arriva a Torino sul campo della Juve (anche grazie al pareggio del Napoli del “petisso” il giorno prima a San Siro con il Milan; i rossoneri e il Cagliari sono le due squadre che contendono il primato ai viola) l’11 maggio 1969, alla penultima giornata. La Fiorentina batte all’ombra della Mole i bianconeri per 2-0 con gol di Chiarugi e Maraschi nel secondo tempo e si laurea campione d’Italia per la seconda volta. A Torino ci sono circa 15.000 tifosi gigliati, impazziti di gioia così come i tanti rimasti a Firenze. A fine gara i giocatori portano in trionfo l’allenatore Pesaola. Dopo lo scudetto e il quinto posto nel campionato successivo (1969/70) le cose nella stagione 1970/71 si mettono male per la Fiorentina che si trova invischiata nella lotta per non retrocedere in serie B. All’ultima giornata del girone d’andata i viola perdono al Comunale per 2-1 con la Juventus dopo essere andati in vantaggio con un gol di Ferrante. Dopo questa partita, contro la squadra con cui meno di due anni prima aveva conquistato lo scudetto, Pesaola viene esonerato. Il “petisso” prima di venire a Firenze guida il Napoli nella stagione 1961/62. Lo porta alla promozione dalla serie B alla serie A e alla conquista della prima Coppa Italia della sua storia. Pesaola a giugno del 1962 lascia il Napoli ma torna all’ombra del Vesuvio nel 1964/65. Riporta la squadra in serie A e, poi, con l’arrivo di Sivori e Altafini ottiene un terzo, un quarto ed un secondo posto. Nel 1966 inoltre conquista la Coppa delle Alpi. Tornato al Napoli, nel 1976/77 si aggiudica la Coppa di Lega Italo-Inglese, battendo il Southampton. Dopo aver perso 1-0 all’andata in Inghilterra, il Napoli vince 4-0 nel match di ritorno al San Paolo per 4-0. Il primo gol lo realizza Luciano Chiarugi, uno degli artefici dello scudetto viola con Pesaola in panchina. Poi segna Bruscolotti e un altro ex giocatore della Fiorentina, Walter Speggiorin, sigla una doppietta. In quel Napoli ci sono altri due ex gigliati: Salvatore Esposito, un altro degli artefici del tricolore, e Andrea Orlandini. Fiorentina e Napoli sono sempre nel destino di Pesaola.
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