Personalità e determinazione: stavolta non si può fallire
La gara con il Siviglia, il primo dei due atti che valgono la prima finale in campo internazionale della Fiorentina targata Della Valle, è la cartina di tornasole della stagione. Troppe volte, spesso in campionato e, ahimé, una volta anche in Coppa Italia, la squadra viola ha sbagliato. Sono stati persi punti importanti, vedi le ultime gare con Verona e Cagliari, che costringono oggi Gomez & Co. a non avere vie di fuga in classifica. Il quinto posto è stato riacciuffato grazie alla complicità degli altri risultati ed ha ragione Montella quando dice che va difeso «con le unghie e con i denti». In Europa, però non ci sono alternative: se sbagli sei fuori. Serviranno i migliori in campo e, soprattutto, servirà la gara perfetta. Sono state compiute diverse imprese in questa stagione: è stata eliminata due volte la Roma, dalla coppa nazionale e dall’Europa League, è stato superato il Tottenham dell’uragano Keane, battuta l’Inter a San Siro addirittura in nove uomini e costretta la Juventus a incassare due gol allo Stadium, nel giardino di casa propria. Poi, però, qualcosa si è inceppato. E il mese di aprile è stato il peggiore degli ultimi anni, almeno di quelli targati Montella. Adesso più che mai serve uno scatto d’orgoglio, perché Firenze merita di tornare protagonista e non può essere spazzato via quanto di buono fatto con un solo colpo di spugna. La città, ora più che mai, ha bisogno di tornare a gioire e, finalmente, a credere nel sogno di sollevare un trofeo. Ci tengono i Della Valle, in particolare Andrea, ci tiene Montella e ci tiene soprattutto la squadra. Molti di questi giocatori, carte d’identità alla mano, non avranno probabilmente più l’opportunità di conquistare qualcosa di tanto importante, da Pizarro a Joaquin, da Gonzalo Rodriguez a Basanta. Ecco perché determinazione e personalità al Pizjuan non dovranno mancare: le gambe e i polmoni potrebbero non bastare, serve il cuore e la voglia di trasformare in realtà un sogno, quello di una vittoria, accarezzato sempre da vicino, ma mai concretizzato.
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