Orlandini: “Viola, servono coraggio e attenzione”
Ha giocato con entrambe le maglie, ma è un fiorentino doc: “Giusto fare la partita, ma attenzione a non dare la profondità al Napoli”
Settimana intensa per la Fiorentina, reduce dall’impegno europeo ma con la testa ben piantata sul campionato, che ancora può regalare soddisfazioni enormi alla truppa di Sousa. La vittoria di Bergamo ha dato di nuovo slancio alla classifica, in attesa di una serie di scontri diretti che diranno molto (se non quasi tutto) sulle reali ambizioni della Fiorentina. Niente tabelle e niente obiettivi, il diktat di Paulo Sousa è sempre il solito. Piuttosto, c’è la voglia di competere con tutti. Anche e soprattutto con chi ha speso valanghe di milioni di euro, ma è ancora a rincorrere in classifica. Non è il caso del Napoli, ma certamente della Roma. Ed a proposito dei partenopei, al Franchi andrà in scena un match tirato e sentito, oltre che spettacolare dal punto di vista tecnico. Per parlare del momento viola, Il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva il fiorentinissimo (di San Frediano) Andrea Orlandini, che in carriera ha indossato proprio le maglie di Fiorentina e Napoli.
Fase altalenante della stagione: a Bergamo si è rivista la vera Fiorentina. Che idea si è fatto?
«L’infortunio di Badelj ha tolto qualcosa alla Fiorentina. Quando è mancato lui si è visto che la squadra ha avuto più difficoltà a fare gioco. Detto questo, la stagione della squadra di Sousa rimane ottima, al di sotto solo di quella di Juventus e Napoli. Noi abbiamo perso qualche punto per la strada, ma siamo ancora lì a lottare per il terzo posto. Non si può dire niente a questi ragazzi».
La Fiorentina a febbraio avrà diversi scontri diretti. In questo mese capirà cosa vuole fare da grande?
«Si, sarà un mese decisivo. Il terzo posto sarebbe importantissimo per il futuro. Nei primi mesi della stagione forse qualcuno si era illuso. Questa non è una squadra che può vincere il campionato, ma può puntare al terzo posto. A gennaio non si è rinforzata la rosa, purtroppo».
A proposito di questo. La scontentezza dei tifosi deriva proprio da un mercato sotto le aspettative…
«Si poteva fare meglio, senz’altro. Forse non hanno trovato i giocatori giusti, ma io dico sempre che il mondo è tanto grande ed i talenti ci sono. Ho visto anche confusione. La società ha mandato Angeloni in Argentina senza dargli realmente la possibilità di chiudere l’affare Mammana. Questi giochetti non si devono fare dal mio punto di vista».
Il giocatore del momento è Federico Bernardeschi. Cosa pensa di lui?
«Non mi sorprende, con me sfondate una porta aperta. Quando sono andato a lavorare per lo Spezia, insieme a Vitale, era già sul mio taccuino da tempo. Lo seguo da quando era giovanissimo. Già in Primavera si vedeva chiaramente che sarebbe diventato un grande giocatore. Catturava l’occhio. Ha questo forza esplosiva nelle gambe, anche nell’uno contro uno. E’ un ragazzo intelligente, credo proprio che possa fare ancora di più».
Lei ha lavorato anche con Paulo Sousa. Che ricordi ha di lui?
«L’ho conosciuto quando lavoravo alla Juventus, nella gestione Moggi. Sousa era un leader. Lo voleva a tutti i costi il Parma, poi lo prendemmo noi con una grande operazione. Ci mancava un regista come lui in mezzo al campo. Era il cervello di una grande squadra. Persona squisita e giocatore eccezionale».
Torniamo all’attualità. Che partita si aspetta tra Fiorentina e Napoli a livello tattico?
«Se la Fiorentina sarà al completo farà sicuramente la partita. Ha la forza per farlo a centrocampo. E’ chiaro che il Napoli può essere micidiale nelle ripartenze, la Fiorentina deve essere brava a non dargli profondità».
Arriviamo un attimo a fine campionato: Napoli vincitore della Scudetto e Fiorentina al terzo posto. L’epilogo perfetto per Andrea Orlandini?
«Sarei contentissimo. Ripeto, se la Fiorentina riuscisse a centrare il terzo posto bisognerebbe dare una medaglia a questi ragazzi».
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