Ora serve un’impresa, i viola ci credono
La storia dell’Europa passa da Londra, poi le sfide Champions contro Napoli e Roma
Una stagione si costruisce su gradini da salire, uno dopo l’altro, e anche da messaggi da lanciare. A Bergamo si sono verificate entrambe le cose e in un frangente abbastanza delicato. Dopo un pari amaro in coppa, senza un attaccante fantasia come Zarate e in un periodo in cui la Fiorentina non sta rendendo come prima. Però piano piano sta migliorando, pure il gol di Kalinic – il croato non entrava nel tabellino dal 20 dicembre -, appare come un messaggio di risveglio verso la gloria. La Fiorentina pre-natalizia rasentava la perfezione, ricordate le trasferte di San Siro Inter e Genova Samp? Quella attuale è una creatura imperfetta, due gol da questa Atalanta sono troppi, ma ha una spina dorsale robusta, perché il gruppo è solido ed è legato intorno al proprio tecnico.
Bel gioco non significa soltanto disegnare traiettorie precise sul campo, avendo una formazione geometrica: vuol dire anche portare 16 giocatori diversi al gol – benvenuti Mati e Tello nella cooperativa viola delle realizzazioni – in questa specialità gli uomini di Sousa sono secondi soltanto alla Roma (quota 18). Il portoghese sta facendo un lavoro egregio, questo è bene non dimenticarlo mai. Detto questo, la salita resta dura.
L’Inter nel suo deserto di gioco resta là in agguato, anche se con 4 punti in meno. La Roma, minata dalla polveriera Totti, nella sua serata più difficile ha distrutto con 5 gol il Palermo: Spalletti l’ha rivitalizzata e i valori tecnici sono fuori discussione. Non resta che una strada per la Fiorentina: fare punti con il Napoli lunedì prossimo al Franchi e a Roma con i giallorossi 4 giorni dopo. Da qui passa la Champions dei viola. E’ anche giusto: per andarci bisogna faticare parecchio, insomma meritarla. Ma sappiamo che a preoccuparsi non dovrà essere solo Sousa, ma pure Sarri e Spalletti.
Ora c’è la grande Europa che bussa alla porta: giocare a Londra non è mai semplice, però ha anche un appeal irresistibile. Giovedì servirà un’impresa, senza quella sarà impossibile passare il turno. La storia continentale della Fiorentina ha una bella tradizione in questo senso, le partite da raccontare ai nipoti ci sono state. Si tratta solo di crederci per raccontarne di nuove. E i viola ci credono.
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