Ora il Brivido è nella Coppa

Ora il Brivido è nella Coppa

Ripresa la testa della classifica, agganciato l’Inter lassù in cima, adesso Paulo Sousa deve trovare l’alchimia giusta in Europa. Paradossalmente, quello che riusciva meglio a Vincenzo Montella, surclassare gli avversari del girone di Coppa, pare più complicato per il tecnico che invece ha ipnotizzato il campionato. Adesso c’è da invertire la rotta in campo internazionale, da trasferire – con una sorta di proprietà transitiva – i record infranti in questa Serie A anche al giovedì. Bisogna ripartire dai numeri, perché sono loro a dare la dimensione della Fiorentina schiacciasassi che fin qui tanto piace alla gente.

 

NUMERI DA PRIMATO In campionato sono dieci i marcatori della corazzata viola. Tutti stranieri, mentre in Coppa hanno già festeggiato pure due degli italiani della rosa, Bernardeschi e Rossi. Ben 13 i gol realizzati nei primi tempi: macchina programmata per segnare fin da subito come nessuno in Serie A. Col Frosinone, pochi giorni fa, sono stati ben 19 i tiri messi insieme nei primi 45 minuti di gara, di cui addirittura otto nello specchio (4 i gol), solo uno invece nella ripresa, quando però la gara era già abbondantemente archiviata e c’è stato tempo anche per le prove tattiche, da Borja Valero falso nueve fino a Suarez difensore centrale. Pure Rebic, che in Europa sarà squalificato per due turni, è riuscito ad andare in rete: secondo gol della sua carriera in maglia viola, dopo aver festeggiato la prima volta col Torino, nel maggio 2014. E Babacar? Contro il Lech Poznan ha sbagliato l’impossibile, ma la sua mira balistica è indiscutibile: ha trovato il gol in tre delle quattro presenze da titolare in questo campionato (Genoa, Carpi e Frosinone) ed è il secondo miglior realizzatore della Fiorentina. Il salto di qualità lo ha fatto pure Mati Fernandez: voleva spazio, se l’è preso ed ha convinto. Adesso deve solo mettere nero su bianco la firma in calce al suo contratto. Sembrava che l’accordo fosse già stato sancito, ma ancora la fumata bianca non è arrivata. Le sirene russe rilanciate dal Cile – il giocatore a febbraio sarà libero di svincolarsi, al termine della stagione, a costo zero – cominciano a fare paura, perché il jolly arrivato dallo Sporting Lisbona ha dimostrato di essere uno capace di fare la differenza, soprattutto nel gioco tra le linee. E’ stato tra i primi a costruire l’importante possesso palla realizzato dalla Fiorentina domenica – 74%, con una quantità di passaggi pazzesca, quasi 900 contro i 300 del Frosinone – ed ora da lui si rischia di non poter prescindere.

 

L’ALCHIMIA DEL SECONDO POSTO Contro il Lech, in Polonia, non si potrà sbagliare. In trasferta fin qui la Fiorentina ha costruito la sua identità: ha battuto in una gara senza storia i portoghesi del Belenenses e ora, nelle prossime due trasferte (Poznan e Basilea) ha l’opportunità di recuperare il terreno scivolato via. Serve il secondo posto nel girone. E forse anche l’urna dei sorteggi potrebbe regalare un avversario….meno complicato. Pur arrivando sempre prima, tra Europa League e Champions, la Fiorentina ha (quasi) sempre incontrato avversari ostili: il Tottenham la scorsa stagione, ma anche il Bayern Monaco nell’ultimo anno di Champions giocato. Nell’anno in cui tutto pare possibile, potrebbe essere anche questa una chiave da non sottovalutare.

Francesca Bandinelli

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