Montali: «Critiche alla società veramente ingiuste. Tutti uniti per fare una grande stagione»
L’ex dirigente di Juventus e Roma, noto tifoso viola, parla in esclusiva al Brivido Sportivo: “Non sta scritto da nessuna parte che Milan e Inter sono superiori alla Fiorentina”.
Dal campionato all’Europa e ritorno, senza sosta. La Fiorentina è nel pieno del suo primo ciclo di ferro di partite. Un ottobre caldissimo sul piano degli impegni, che delineerà le linee guida di tutta la stagione. Sul fronte ambientale, intanto, si continuano a registrare mugugni e disappunto per quello che è stato il mercato estivo condotto dalla società. Il problema maggiore sembra essere la coperta corta in difesa, con infortuni e squalifiche che rischiano davvero di mettere in difficoltà Paulo Sousa. La società ha riconosciuto che una pedina in più non avrebbe guastato, ma la decisione di non fare un investimento tanto per farlo è stata presa di comune accordo con il tecnico portoghese. Allora non resta che continuare a lavorare con entusiasmo, ingrediente che al gruppo di Sousa non manca di certo. Se il clima intorno alla Fiorentina non è dei più distesi, all’interno c’è compattezza e serenità. Il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva Gian Paolo Montali, conosciutissimo dirigente sportivo e noto tifoso della Fiorentina.
Montali, partiamo dalla critiche che stanno piovendo sulla società. Le condivide?
«E’ veramente ingiusto quello che sta accadendo. Non sono giuste le critiche sulla società e sulle singole persone. In questo momento serve solo ritrovare l’unità d’intenti. La società ci ha sempre messo passione e competenza, adesso è il momento di stare tutti uniti perché mai come quest’anno la Fiorentina ha la possibilità di fare una stagione straordinaria, vuoi perché alcune squadre non si sono rinforzate a dovere, vuoi perché squadre come Inter e Milan troveranno difficoltà nella loro risalita. Io spero che l’ambiente si ricompatti velocemente per fare la stagione al massimo delle potenzialità».
La società resta nel mirino, anche se diverse cose buone sono state fatte. Ad esempio i rinnovi dei giovani, a cominciare da Babacar e Bernardeschi…
«Senz’altro, ma il lavoro di un manager o di una società non si può misurare sull’acquisto di un giocatore o su un rinnovo di un altro. C’è solo da capire, e questo non posso saperlo, se i dirigenti hanno assecondato o meno le richieste dell’allenatore. Ripeto, non è il momento di criticare, aspettiamo un attimo per valutare il lavoro fatto. Io conosco bene la piazza di Firenze, consiglio di stare tranquilli e di compattarsi con la squadra. Anche perché i giocatori se ne accorgono subito se c’è qualcosa che non va tra l’ambiente e la società: loro hanno un’intelligenza specifica per il loro mondo che li porta a capire subito i problemi di una squadra».
Dei primi mesi di Sousa da allenatore della Fiorentina che cosa pensa?
«Impressione ottima, ma gli allenatori non si scelgono a pelle in base alla loro simpatia. Un allenatore va valutato per come lavora dentro e fuori dallo spogliatoio. Un allenatore deve imporre il proprio stile e lui lo ha fatto. Spero continui così, perché è davvero sulla buona strada».
Che augurio si sente di fare ad un giocatore come Giuseppe Rossi per questa stagione?
«Io credo che il lavoro e la tenacia paghino sempre nel mondo del calcio. Se c’è una giustizia divina sportiva, lui deve tornare ad essere il calciatore che era prima. Faccio i complimenti alla società, pochi club lo avrebbero aspettate così, molti se ne sarebbero lavati le mani. Invece i Della Valle, e tutta la società, stanno lavorando per salvare quello che è un patrimonio del calcio italiano».
Di come è andata a finire la vicenda Salah cosa pensa?
«Basta parlarne, gli abbiamo dato anche troppa attenzione. Dimentichiamocelo. Pensiamo ai giocatori che ci sono, dobbiamo supportarli per fare una stagione importante».
La Fiorentina ha esordito, perdendo contro il Basilea, anche in Europa League. Può essere una competizione su cui puntare?
«La competizione è molto più difficile degli anni passati. Ci sono squadre che potrebbero stare in Champions League e che saranno protagoniste nei loro campionati. Purtroppo abbiamo perso la prima partita, ma può succedere in una competizione così lunga. E chissà che non faccia anche bene lo schiaffo preso dal Basilea…».
Per quanto riguarda il campionato quali sono le sue sensazioni?
«Dipende molto dalla condizione mentale dei giocatori della Juventus. Prima dell’inizio del campionato dissi che ero molto preoccupato per il club bianconero, lo vedevo con poca fame e motivazione. Devono essere bravi in società, ma anche i leader della squadra devono fare ritrovare fame ai compagni. La Roma ha fatto una squadra per vincere il campionato, con scelte molto mirate sacrificando dei giovani di talento. Sono pronti per vincere, hanno intravisto uno spiraglio. Dietro vedo tutte le altre, compresa la Fiorentina. Non è scritto da nessuna parte che l’Inter o il Milan siano superiori alla squadra viola».
La scheda
Grandi trionfi nel volley, poi l’approdo al calcio
Gian Paolo Montali nasce a Parma nel 1960. Appena 26enne, nel 1986, si afferma come grande allenatore di volley alla Santal Parma dove vince di tutto: tricolore, Coppa delle Coppe, Mondiale per Club, Coppa Italia e Supercopa Europea. Dopo una parentesi a Schio, guida, dal 1991 al 1996, la Sisley Treviso con cui trionfa, oltre che in Italia, in Europa, vincendo per due volte la Coppa dei Campioni. Poi il passaggio in Grecia all’Olympiakos, con successi in serie anche nel campionato ellenico. Un dna vincente che si conferma anche alla Piaggio Roma, dove vince uno storico scudetto nel 2000 e in Nazionale: è nominato Ct azzurro nel 2003 e in 5 anni vice 2 ori europei (2003 e 2005); un bronzo (2003) e un argento (2004) alla World League e un argento alle Olimpiadi del 2004 di Atene.
Nel 2005 decide di voltare pagina dedicandosi alla carriera di dirigente di calcio: la prima società a chiamarlo nel proprio Cda è la Juventus. Nel 2008 passa alla Roma con l’incarico di Coordinatore Generale e ottimizzatore delle risorse umane dell’Area Sportiva. Con l’arrivo di Thomas Di Benedetto assume la carica di direttore generale, salvo lasciare il club nel luglio 2011. Poco dopo la nomina ad Ambasciatore nel Mondo per lo Sport per la città di Roma.
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