Masini: “Fiorentina, sei troppo Chiesa-dipendente. Che forza c’è nell’Inno viola!”
Il cantautore, grande tifoso gigliato: “Federico è forte, ma ne servirebbero altri tre come lui. La canzone di Narciso Parigi è unica e non va mai toccata”
Un grande artista in esclusiva al Brivido Sportivo. Alla vigilia di Fiorentina – Sassuolo abbiamo avuto l’onore di ascoltare l’opinione di Marco Masini, cantautore fiorentino e tifosissimo viola. Era il marzo del 1990, quando vinse a Sanremo nella sezione ‘Novità’ con “Disperato”, e da allora è diventato un protagonista della canzone italiana, affermandosi anche nella sezione dei grandi del Festival nel 2004 e vendendo oltre 7 milioni di copie in tutto il mondo. Un artista sempre identificato dal pubblico sia per il timbro vocale che per la scrittura delle sue canzoni. Canzoni la cui peculiarità risiede spesso nel tormento, nella rabbia, nell’usare un linguaggio diretto, senza giri di parole, per descrivere il proprio pensiero. Pensiero diretto e senza giri di parole anche per parlare della Fiorentina, uno dei suoi grande amori..
Narciso Parigi, intervistato recentemente dal Brivido Sportivo, ha dichiarato di non essere assolutamente d’accordo con la decisione di creare un inno uguale per tutta la Serie A, lei cosa ne pensa?
“Io credo che ci siano canzoni belle, quando una canzone è bella la si può cantare tutti, quando invece è meno bella, prima di metterla bisognerebbe capire a chi piace… (ride)”.
Gaetano Curreri degli Stadio aveva dichiarato che avrebbe voluto scrivere una canzone sulla sua squadra del cuore, un’idea che però non si è mai concretizzata. Marco Masini ha mai pensato di farlo per la Fiorentina?
“Non vorrei mai essere colpevole di un cambio dell’Inno. Sono cresciuto con questo Inno, fa parte della mia infanzia e della Fiorentina al cento per cento, quando lo sento penso alla squadra viola e alle giornate con mio padre in maratona quando ero piccolo. Ho ancora il piacere di immaginarmi una Fiorentina forte, come quella del passato che, da Superchi a Batistuta, ha sempre combattuto coi grandi grazie anche a quest’Inno che è sempre stato una forza in più. Cerchiamo almeno di non cambiarlo, visto nel frattempo sono già cambiate tante, forse troppe cose”.
Inno viola a parte, c’è una tua canzone che più di tutte, secondo lei, rappresenta la Fiorentina?
“La Fiorentina vive oggi un momento difficile, di ricostruzione ed è passata da una distruzione totale. Quando vendi tutti, ovviamente la squadra diventa un’altra. “L’altra Donna” dei Pooh credo sia la canzone adatta a descriverla, perché non è la Fiorentina che conosciamo, ma un qualcosa di nuovo, che deve nascere e chissà che non possa essere anche migliore, ma ci vorrà del tempo per capirlo. Ci sono ancora molte porte da sfondare. Speriamo che i giovani non vengano messi sul mercato già dall’anno prossimo, senza farli crescere. Interrompere ancora una volta il cammino di progettazione di un percorso non credo che sarebbe una buona idea”.
La Fiorentina deve tornare sul mercato a gennaio?
“Dipende da come vuole giocare Pioli, se vuole giocare col 3-4-2-1 è chiaro che mancano degli esterni capaci, anche se io apprezzo molto Laurini. Biraghi ha ancora tanto da dimostrare. Due alternative servono. Col 3-5-2 si può sfruttare Gil Dias, più di Gaspar, rinfoltendo il centrocampo, arretrando un po’ Badelj davanti alla difesa e provando i tre centrali Milenkovic, Pezzella e Astori. Allora in quel caso si potrebbe anche pensare di evitare di comprare dei nuovi esterni”.
Che giudizio dà a Pioli?
“Lui è partito con l’idea di un modulo a 4 dietro, anche molto rischioso, con due soli centrocampisti. Per questo non ho capito bene l’acquisto di Benassi. Probabilmente Pioli si è dovuto adattare”.
Alla Fiorentina manca un leader?
“L’errore principale è che oggi che non si può prescindere da Federico Chiesa, se manca lui manca fantasia, perdi prepotenza davanti, sfondamento, perdi nell’uno contro uno. E’ l’unico che tira e centra sempre la porta. Ce ne vorrebbero altri tre come lui… Astori lo considero un giocatore d’esperienza, nonostante qualche errore di troppo. Ma vedi Bonucci, basta cambiare gli uomini che hai intorno che non sembri più ciò che eri”.
Della Valle e Firenze… un amore mai nato?
“Non so se realmente la società sia stata messa in vendita, se così fosse spero arrivi presto un buon compratore che faccia felice i Della Valle e i tifosi. Se così non fosse spero che Firenze possa regalare alla città un progetto importante fatto di stadio, di cittadella. Attraverso un grande indotto economico tutto cambierebbe. Della Valle, che è un grande imprenditore, non può prescindere da questo. Firenze è sempre stata un po’ lenta a scegliere. Ci sono troppi paletti che bloccano la strada. E’ un grande progetto questo, di integrazione europea. Potrebbe essere un momento di riscatto per toglierci di dosso l’etichetta di provinciali”.
Ha qualche aneddoto riguardante la Fiorentina che ci vuoi raccontare?
“Due anni fa, in occasione della partita in casa con la Juventus, dopo anni riportai mio padre allo stadio, ha quasi 81 anni e ha il diabete. La Fiorentina per il compleanno di mio babbo mi fece questo regalo. Nell’intervallo, era talmente felice, che si fermò a mangiare al bar, lo rividi soltanto al 27’ della ripresa…”.
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