Mareggini: “Quella parata fu la sensazione liberatoria di rivincita del popolo viola”
di Daniele Taiuti
Firenze ritrova la Juventus e con essa ricordi, emozioni, gioie e delusioni, novanta minuti e oltre che si esulano dalla banale rivalità sportiva, ma abbracciano due visioni opposte: il potere e il suo anti per eccellenza. La sensazione viola di stare dalla parte dei giusti. Non una partita come le altre, mai. Tappa fondamentale della vita di ogni tifoso. Ognuno ha il suo Fiorentina – Juventus, uno dei più celebri riguarda il ritorno di Baggio a Firenze il 6 Aprile 1991, in cui il Divin Codino si rifiutò di calciare il rigore e Mareggini lo parò a De Agostini. Con l’ex portiere viola parliamo della partita in arrivo, dei suoi ricordi in merito ad essa, con qualche riflesso di attualità.
Gianmatteo Mareggini, quali sono le sue sensazioni in merito alla semifinale con la Juventus?
“A Firenze è “la Partita” ma anche a Torino è sentita. Prima era soltanto una questione di campanile, vincerla per salvare una stagione, adesso si parla di ambizioni di alta classifica e trofei. Io darei un 50% alle speranze della Fiorentina di accedere alla finale”.
Il ritorno di Vlahovic a Firenze può essere equiparato a quello di Baggio?
“Sono due epoche di calcio differenti. Io, da tifoso, al serbo regalerei soltanto indifferenza, totale. Si deve pensare soltanto a sostenere la squadra per il passaggio del turno. Ho sempre pensato che il passaggio di Vlahovic alla Juve fosse inevitabile, è la legge del mercato. L’esempio di Donnarumma è una dimostrazione evidente, visto il suo svincolarsi dopo tutta la trafila nel settore del Milan. L’unico che ha cercato di opporsi a tale sistema è stato Cecchi Gori, e ne ha pagato le conseguenze. Non è più tempo di legarsi ai singoli calciatori. Abbiamo Piatek e Cabral, godiamoci loro. Anche se mi piacerebbe tornare ai tempi in cui un calciatore oltre che col portafoglio sceglieva anche col cuore…”
Potrà essere condizionato alla prima da ex?
“Credo sia inevitabile, è stato così un po’ per tutti, il primo ritorno è sempre difficile. Sarà particolare, poi passa. L’abitudine del confronto fa sbiadire tali emozioni”.
C’è un Fiorentina – Juventus a cui lei è particolarmente legato a parte quello del 6 Aprile 1991?
“Beh, quella partita mi ha fatto entrare nella storia viola, solo qualche giorno dopo compresi l’importanza di quello che avevo fatto. Dopo anni gli apprezzamenti che ricevo me ne danno conferma. Il rigore parato come una sensazione liberatoria di rivincita del popolo viola, privato di uno sei gioielli più belli, Baggio. Ricordo con piacere anche l’incontro della stagione successiva sempre con Roberto protagonista, facemmo una grande partita vincemmo 2 -0 contro la Juve capolista”.
Terracciano o Dragowski, qual è la soluzione migliore per i viola?
“La Fiorentina è fortunata perché ha due ottimi portieri. Presentano caratteristiche differenti, ma sono identici come valori complessivi. Dragowski è anche migliorato coi piedi, con l’Atalanta ha toccato più palloni dei centrocampisti. Mi creda se gioca uno o l’altro non cambia niente”.
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