Maifredi: “La Fiorentina sfrutti meglio i suoi attaccanti!”
di Daniele Taiuti
Facendo un viaggio a ritroso nella storia capita spesso di imbattersi in personaggi che sono e saranno ricordati più per le loro voci fuori dal coro che per le vittorie realmente conseguite. Anche il calcio in questo senso presenta degli esempi illustri. Uno dei più famosi a livello mondiale nella storia di questo sport è stato Rinus Michels, inventore del calcio totale espresso dall’Olanda sul finire degli anni 70; il maestro olandese, oltre a vincere numerosi trofei, trasformò prevalentemente il modo di stare in campo. In Italia uno dei più rivoluzionari è stato sicuramente Arrigo Sacchi, che con il grande Milan degli olandesi vinse molto, ma principalmente a livello di gioco corale ha segnato una profonda differenza con la tradizione italiana. Anche Gigi Maifredi, soprattutto sulla panchina del Bologna, ha tentato di dare un suo personale contributo in termini di innovazione al movimento italiano. Nella sua prima parentesi con la squadra felsinea, dal 1987 al 1990, condusse i rossoblu dalla Serie B fino alla qualificazione in Coppa Uefa. Praticando sempre un calcio moderno. Probabilmente visti i suoi tratti caratteristici, si sarebbe trovato a suo agio anche in una città come Firenze, da sempre amante di elementi mai allineati. Adesso lo chiamiamo a dare un parere sul caotico momento viola, anche in vista del derby dell’Appennino.
Gigi Maifredi, nella sua carriera le sarebbe piaciuto allenare la Fiorentina?
“Ricordo che fui contattato dalla società viola ai tempi di Previdi, ma io avevo già preso accordi con la Juventus. Per me allenare la squadra gigliata sarebbe stato fantastico perché esprime un grande blasone e rappresenta una delle città più belle del mondo: Firenze”.
Come reagirà la Fiorentina all’addio di Pioli, riuscirà il gruppo a tenere alta la concentrazione fino alla partita con l’Atalanta?
“Malgrado creda che la partita contro gli orobici si prepari da sola, il nuovo allenatore Vincenzo Montella dovrà essere abile a far arrivare la squadra a quell’appuntamento nelle condizioni migliori possibili. Perché i gigliati, visto il parco attaccanti a disposizione, hanno molte chance di passare il turno”.
Cosa ricorda di quel Fiorentina-Juve in cui Baggio raccolse una sciarpa viola lanciata dagli spalti?
“Rammento l’emozione che provai nel vedere Roby compiere quel gesto di enorme umanità. Al mio ritorno negli spogliatoi gli strinsi la mano. Sempre in relazione a quella partita tengo a precisare che la scelta di Baggio di non calciare il rigore fu concordata prima della partita con il sottoscritto, vista la conoscenza di Mareggini del fantasista di Caldogno”.
Fiorentina-Bologna: che match si prospetta?
“A livello di motivazioni non c’è gara: i felsinei sono in piena lotta salvezza, e sono alla ricerca di punti. Però è una partita da tripla perché storicamente è sempre stata incerta”.
Ripensando ai suoi anni di allenatore di cosa va più fiero?
“Il principale merito che mi attribuisco è di aver trasmesso, insieme a Zeman, una mentalità moderna al calcio italiano”.
I commenti sono chiusi.