Liedholm, il Barone che lanciò Antognoni
Se n’è andato il 5 novembre del 2007 con la consueta classe che aveva contraddistinto tutta la sua vita. Nils Liedholm è stato prima un grande calciatore, poi un grande allenatore e ha vinto tanto in entrambi i ruoli. A Roma e a Firenze ha interpretato la parte del tecnico, sempre all’avanguardia, caratterizzato da un proverbiale “self control”. In viola è stato dal 1971 al 1973, sedendosi per la prima volta su una panchina importante (come primo allenatore), un breve lasso di tempo nel quale è riuscito comunque a lasciare un segno indelebile. E’ stato lui a far debuttare in serie A Giancarlo Antognoni. Il primo a parlarne al Barone (a proposito di classe… questo era il suo soprannome) fu il grande Egisto Pandolfini che gli disse: “Nils, devi venire con me ad Asti a vedere un ragazzo che è un piccolo fenomeno”. Liedholm accettò l’invito e i due viaggiarono su una vecchia Cinquecento per visionare dal vivo il giovane Giancarlo. Il responso dell’allenatore svedese fu perentorio: “Ragazzo joga bene. Prendiamolo!”. Così Pandolfini lavorò ai fianchi l’allora presidente della Fiorentina Ugolino Ugolini per convincerlo a versare quei 435 milioni delle vecchie lire che servirono a strapparlo alla concorrenza e a portarlo a Firenze. Liedholm non aveva dubbi sul talento di Antognoni tanto da farlo debuttare in maglia viola ad appena 18 anni. Il 15 ottobre 1972 al Bentegodi di Verona. “Antonio” scese in campo con la maglia numero 8, al posto dell’infortunato Merlo. Da quel giorno cominciò la lunga epopea gigliata del “Ragazzo che gioca guardando le stelle” che ebbe in Liedholm il suo primo grande e importantissimo maestro. La storia dello svedese con la Roma fu più lunga e costellata da un risultato eccezionale: la conquista di uno storico scudetto nel 1983. Era la Roma di Di Bartolomei, Bruno Conti, Ancelotti, Falcao e Pruzzo. Squadra che il Barone portò anche in finale di Coppa dei Campioni, persa proprio all’Olimpico di Roma, ai calci di rigore, contro gli inglesi del Liverpool. E stasera, da lassù, è assai probabile che Nils dia un’occhiata al prato del Franchi dove s’incontreranno due delle sue squadre del cuore.
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