L’agonia del tiki-taka
Sta poco bene, il tiki taka. Tre colpi di qua, tre colpi di là: il sistema di gioco preferito dall’attuale tecnico del Bayern Guardiola sta passando momenti difficili. Quel ticchettare continuo (da cui il nome) non sembra più letale come una volta. Il possesso palla, l’occupazione degli spazi, il finto nueve si sbriciolano se davanti ci sono fenomeni come Messi. Ma anche squadre compatte e solide come il Siviglia, che aspettano e poi approfittano degli errori altrui. Certo, Guardiola al Camp Nou aveva dovuto regalare agli avversari due pedine come Robben e Ribery, fondamentali per il gioco del tecnico spagnolo. Tre gol però sono davvero troppi, soprattutto se in campo ci sono pezzi importanti della Nazionale campione del mondo. E soprattutto se hai davanti la tua ex squadra, della quale dovresti conoscere pregi e difetti. Insomma, c’è molto da rivedere e il destino dei tedeschi sembra segnato, visto che nel ritorno rischiano il tracollo. Soprattutto se si esporranno al micidiale contropiede orchestrato dalle tre bocche di fuoco del Barça.
I tre gol presi da Guardiola sono parenti stretti di quelli subiti da Montella e dalla Viola. Al Camp Nou c’era Messi, a Siviglia c’era tale Vidal (nome profetico, uguale a quello del cileno che gioca in maglia bianconera): tutti e due hanno fatto una doppietta. Fatte le debite proporzioni, la sostanza non cambia. Di là il Barça, squadra stellare con i tre davanti che hanno fatto oltre 100 gol quest’anno. Di qua il Siviglia, squadra solida e capace − dopo la crisi economica e le retrocessioni di fine anni Novanta − di tornare ai massimi livelli e vincere quattro trofei europei (compresa la Supercoppa Europea) in 10 anni. Certo, il tiki taka è un gioco che può mandare in tilt gli avversari. Ammesso che questi non siano in grado di trarre vantaggio da ogni errore altrui. E la Viola a Siviglia di errori ne ha commessi in quantità… da esportazione. Prima sbagliando gol già fatti, poi perdendo palla in zone del campo nevralgiche. Errori che la squadra continua a commettere. Ne fanno fede le sconfitte pesanti subite nelle ultime settimane. Forse a Firenze è l’ora di ripensare a qualcosa di nuovo. La lezione di Siviglia potrebbe far capire che esempi di buone squadre si possono trovare ovunque. E poi Guardiola è lontano, e presto riavrà Robben e Ribery.
L’unica cosa di cui siamo certi è che proverà a fregarci di nuovo.
Con il suo lussuosissimo tiki taka.
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