Insopportabile, ma facciamoci forza
Dolore, immenso in una città, Firenze, che tante volte, troppe volte, l’ha sperimentato sulla propria pelle. Di nuovo, al Franchi, tutti insieme, uniti da qualcosa di insopportabile. E’ l’addio a Davide Astori. Il capitano dai larghi sorrisi, il leader di una Fiorentina meno grande di quelle alle quali ci si stava abituando. Senza l’Europa, con spruzzi di veleno dentro le vene. Comunque piena d’amore. Si è visto in questi giorni. Davanti al Franchi, la gente che arrivava alle inferriate anche solo per attaccare un bigliettino, una sciarpa, per mandare un bacio al capitano che non c’è più. E adesso il bagno di folla e di dolore. In secondo piano l’incontro con il Benevento. Formalità del campionato. Molto più importante cercare di trovare un soffio di conforto con il tifoso che divide con te un frammento di cemento allo stadio. Quante volte è successo, troppe. La sofferenza, il lutto al Franchi. Dalle antiche paure per malattie, incidenti e infortuni a De Sisti, Roggi, Caso, Guerini. Fino al dolore feroce per le morti dei presidenti come Mario Cecchi Gori. Per la scomparsa della moglie di Prandelli con quel minuto di silenzio che fece correre un brivido raggelante lungo la schiena di tutti. Succederà di nuovo. Purtroppo. Per un capitano di trentuno anni, con una figlia di appena due anni, con una vita da consumare insieme al pallone e ai propri tifosi. Insopportabile. Eppure Firenze al Franchi dovrà di nuovo farsi forza e regalare il suo più grande applauso. Costretto a scattare facendo dribbling fra le lacrime. Sì, ancora, di nuovo, purtroppo. E’ la vita di questa maglia viola che ha dovuto battersi per restare in piedi, per non crollare soffocata dalla commozione.
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