Speciale nuovo stadio, il sindaco di Campi Emiliano Fossi: “Non contro, ma per Firenze”
Convive orgoglioso con le sue due anime: una fiorentina, l’altra campigiana. Per questo motivo quando Joe Barone ha bussato alla sua porta per chiedere informazioni su un’area del suo territorio che poteva essere giusta per realizzare il nuovo stadio viola Emiliano Fossi è rimasto un attimo senza parole. Non è facile abituarsi a convivere con un sogno. Preso atto della volontà dei nuovi proprietari della Fiorentina il Sindaco si è messo subito al lavoro. Mettendo in campo le sue armi migliori che sono: lucidità, coraggio, un po’ di sana testardaggine. Prima di immaginare la costruzione di qualcosa di storico ci sono da abbattere dei “muri”. Prospettiva che non lo ha spaventato neppure per un secondo. Quando il Sindaco ha un obiettivo in testa nessuno può portarlo fuori rotta.
Quando ha pensato la prima volta che Campi poteva essere una soluzione interessante per risolvere il problema dello stadio della Fiorentina?
“Di fronte alla volontà della Fiorentina di avere un nuovo stadio, chi tiene alla nostra squadra non può che augurarsi che questo investimento – peraltro importante per tutto il territorio – si realizzi. Per questo, di fronte alle incertezze e alle difficoltà che emergevano è nata anche questa ipotesi: non contro qualcuno ma per evitare il rischio che, come molte volte già successo in passato, alle discussioni non seguissero i fatti. Ora è una delle opzioni in campo, l’obiettivo è che si realizzi l’investimento, specie di fronte alla crisi che morde”.
È giusto dire che la proposta di Campi non è contro nessuno, tanto meno contro l’idea di uno stadio a Firenze ma è solo un’opzione in più da offrire a Rocco Commisso e ai suoi dirigenti?
“Sì. È scontato che la Fiorentina e il Comune di Firenze guardino in primis alla realizzazione nel capoluogo, ma qualora non ci fossero le condizioni noi saremmo orgogliosi di ospitare lo Stadio. Una struttura moderna oramai è fondamentale per fare un salto di qualità sportivo ma anche economico: se una società vuole competere a livello europeo deve avere strutture adeguate. L’eventuale Stadio a Campi sarebbe lo Stadio della Fiorentina e di Firenze, perché i confini comunali ormai non rappresentano più la città reale, per i nostri cittadini e per le imprese hanno poco senso ormai, e i terreni sono a 1,5 km da Firenze. Dobbiamo ragionare in ottica di città metropolitana”.
Cosa l’ha colpita di Rocco Commisso e Joe Barone?
“Il pragmatismo e la determinazione, oltre a una grande passione e alla voglia di crescere e vincere. È la loro storia e si vede sia dagli investimenti fatti anche nelle strutture del Centro Sportivo che dalla voglia di inserirsi nei meccanismi politici del calcio. Sono le persone giuste perché la squadra possa finalmente fare il salto di qualità che noi tifosi meritiamo”.
Come hanno accolto i cittadini di Campi l’ipotesi di ospitare il nuovo stadio della Fiorentina?
“A Campi c’è da sempre un amore smodato per la Fiorentina: alcuni dei club storici del tifo gigliato vengono proprio da qui. Ci sentiamo, come è giusto che sia, campigiani e fiorentini. C’è grande entusiasmo per la possibilità di avere qui lo Stadio”.
Quale è la sua visione della Città Metropolitana?
“Penso che sia ancora da costruire fino in fondo: nella realtà è già esistente, i nostri cittadini vivono, studiano e lavorano su tutto il territorio, spesso i confini amministrativi oggi sono un vincolo mentre serve mettere in comune risorse e ambizioni. Dobbiamo fare un salto di qualità per garantire al nostro territorio e ai nostri cittadini uno sviluppo sostenibile, omogeneo e duraturo”.
È tifoso della Fiorentina? Quali sono stati i giocatori viola che l’hanno fatto innamorare?
“Sono da sempre tifosissimo della Fiorentina, ricordo come parte della mia vita gioie e delusioni sportive, sono cresciuto con questi colori e con questa passione. Ci sono poi giocatori di cui mi sono innamorato: penso a Roberto Baggio – per me il miglior giocatore degli ultimi 30 anni – ed Edmundo, nonostante le sue pazzie”.
È evidente che un progetto così importante abbia degli ostacoli da superare: quale è quello che lo preoccupa di più?
“Non c’è una preoccupazione principale, ho chiaro le difficoltà nel trasformare un sogno del genere in realtà: il progetto è enorme e ha un valore storico e simbolico eccezionale per tutta l’area. Quando ci si avventura in sfide così grandi bisogna sapere bene i potenziali ostacoli ma lavorare duro per superarle: sono convinto che se le istituzioni e gli altri soggetti coinvolti cooperano ci si possa fare davvero”.
È possibile far vivere un’area sportiva almeno 250 giorni l’anno? Quale può essere la strategia giusta?
“Sì, se si immaginano anche altre funzioni che permettono di far vivere l’area tutti i giorni con strutture ricettive, esercizi commerciali, centri congressi, spazi per la socialità, musei etc . L’evento sportivo è un elemento trainante ma accanto ci possono essere commercio, cultura, socialità per farne un luogo vivo e attivo”.
È possibile pensare che il nuovo stadio possa essere realizzato nel giro di 5-6 anni?
“Questi sono i tempi che immaginiamo. Se c’è un lavoro di collaborazione tra le istituzioni è possibile, abbiamo già costruito una timeline con tutti i passaggi necessari e questa prospettiva è realistica. Se la Fiorentina decidesse di farlo qua significherebbe sviluppare la città di Firenze verso il Nord Ovest, un fatto mai realizzato. Sarebbe un passaggio epocale per sviluppare la città oltre confini comunali ormai antistorici e pensare in una visione d’area rivoluzionaria. Potremmo saldare un nuovo rapporto tra Firenze e tutto ciò che c’è intorno”.
I commenti sono chiusi.