Di Gennaro: “Viola, devi giocare con più personalità”
Viola dentro, gialloblù d’adozione: Antonio Di Gennaro si è suddiviso così, muovendo i primi passi nella Fiorentina per poi affermarsi in Veneto – dove ha vinto lo Scudetto nel 1985 – diventando una bandiera dell’Hellas Verona. Un passato da calciatore, attualmente è un commentatore televisivo: stavolta, invece, sarà la nostra guida alla scoperta della gara tra le sue due ex squadre.
Di Gennaro, partiamo dai ricordi. Firenze e Verona, due pagine della sua carriera.
“Sono cresciuto nella Fiorentina. Per me, nato nel capoluogo toscano, giocare con la maglia viola era un sogno. Sono entrato a dieci anni e sono rimasto fino a ventidue, esordendo contro la Juventus. In Veneto, invece, ho trovato la possibilità di stare a certi livelli: l’Hellas mi ha instradato in modo definitivo, sono maturato come uomo, mi sono sposato ed è nato mio figlio. Senza, naturalmente, dimenticare lo Scudetto”.
Adesso il presente. Fiorentina ed Europa League, binomio possibile?
“Due mesi fa avevo dubbi, adesso, nonostante la brutta sconfitta di Genova, se la può giocare. Pioli ci ha messo del suo, la squadra è cresciuta anche sotto l’aspetto difensivo. Pezzella ha fatto un grave errore contro la Samp, ma nelle altre partite era stato sempre tra i migliori, dando stabilità e qualità alla difesa, anche il cambio di modulo ha influito. È una squadra con i suoi limiti, inferiore rispetto al passato: può competere con Torino, Sampdoria, Atalanta e Milan. A patto che si riprenda subito dal ko di Marassi e che riprenda a giocare con personalità, come aveva fatto nelle partite precedenti”.
L’Hellas Verona, invece, può salvarsi?
“È lì, ci spera. D’altronde ci spera anche il Benevento. I gialloblù lottano. Hanno perso Caceres, era molto importante. Negli anni, nonostante alcune buone stagioni in Serie A, la difesa è sempre stata il tallone d’Achille: poi Toni compensava. Vedremo dal mercato, magari potenzieranno il reparto. C’è anche una difficoltà tra la tifoseria e la proprietà”.
In generale, l’attacco dei veneti ha un po’ deluso. E poi c’è Pazzini…
“Kean non può sostituirlo: è giovane, di prospettiva. Gli acquisti di Matos e Petkovic, non essendo attaccanti veri, non garantiscono gol. La squadra è migliorata nel gioco, ma potrebbe perdere anche Bessa. Cerci, purtroppo per lui, a parte con Ventura al Torino e al Pisa, non si è mai espresso, non è continuo e si infortuna molto. Serve la sua qualità Bisognerà capire dal mercato: è dura”.
A proposito di delusioni: Saponara?
“Un investimento importante, da nove milioni. Quest’anno, con il 4-2-3-1, poteva essere il suo anno: adesso, con il cambio di modulo, a meno che Pioli non si inventi qualcosa di diverso, diventa difficile vederlo inserire. Ha qualità, ha avuto infortuni e fino ad oggi gli è mancata personalità: Empoli è una cosa, Firenze è un’altra. Deve tirare fuori il carattere, ora o mai più”.
Cosa dobbiamo aspettarci dalla Fiorentina in questa seconda parte di stagione?
“Che riprenda la marcia verso l’obiettivo Europa League, un risultato impensabile fino a qualche tempo fa. La squadra meritava la vittoria contro l’Inter e i pareggi contro Lazio e Napoli hanno evidenziato il miglioramento. La sconfitta con la Samp ha però rimesso tutto in discussione. Vedremo anche cosa porterà il mercato. Simeone sta progredendo, se arriva a dodici o tredici reti ha fatto la sua annata”.
Arriviamo alla partita.
“La Fiorentina è favorita, lo dicono i numeri e lo spessore. L’Hellas Verona ha perso Caceres, poteva dare molto, segnò anche contro la Juventus: sapevano, però, che sarebbe andato alla Lazio. Mi aspetto una ‘Viola’ che fa la partita e i veneti che ripartono in contropiede, ma devono trovare una certa capacità di essere forti in attacco. A centrocampo i padroni di casa hanno qualcosa in più, mentre gli ospiti, in trasferta, hanno prodotto prove discrete”.
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