Galdiolo, Sacchetti, Tendi e Rebonato… da gregari a eroi contro la Juve
Una vita da gregari e un giorno da leoni. Tra le pagine del grande libro di Fiorentina – Juventus ci sono anche storie di calciatori “umili” che, nel giorno della partitissima di Firenze, si sono trasformati improvvisamente in eroi, vivendo una giornata da “Classe operaia in Paradiso”.
Uno di questi è Giancarlo Galdiolo, grande amico di Giancarlo Antognoni, recentemente scomparso dopo un lungo calvario impostogli da una terribile malattia. Galdiolo era un difensore arcigno, dal fisico statuario, ma dai piedi non propriamente raffinati, tanto che i tifosi viola lo avevano soprannominato “Badile”. Il gol non era certo la sua specialità (ne segnò soltanto 3 in 229 partite di serie A), eppure quel 26 febbraio del 1978, nel corso della sfida al “Comunale” contro la Juventus, vestì inaspettatamente i panni di cannoniere. Al 40’ minuto svettò più in alto di tutti, stavolta non nella sua area ma in quella avversaria, infilando alle spalle di Zoff il pallone di un preziosissimo 1-1. La Juve era passata in vantaggio con Boninsegna e sembrava avviata a una facile vittoria. Ma per i bianconeri a Firenze non è mai stata vita facile e così quella Fiorentina, operaia e in lotta per la salvezza, riuscì a centrare un ottimo pareggio grazie al suo “Gigante buono”.
Due anni più tardi, nel 1980, toccò ad altri due gregari punire la Juventus al Comunale di Firenze. Stiamo parlando di Gigi Sacchetti e Alessio Tendi. Il primo segnò in acrobazia al 19’ del primo tempo. Un gol bellissimo per il centrocampista calabrese che, cinque stagioni dopo, andrà a vincere lo Scudetto a Verona. Il secondo, fiorentino doc, realizzò il suo primo gol in maglia viola con una terrificante bordata dai trenta metri, 10’ più tardi. Un’autentica magia per un difensore ruvido, tutto grinta e polmoni. A nulla valse il gol del bianconero Bettega perché la Fiorentina vinse la partita, affossando una Juventus stranamente in crisi.
L’ultima storia che vogliamo raccontarvi è quella di una delle meteore viola per eccellenza: Stefano Rebonato. Acquistato nel 1987 dal Pescara con l’etichetta di Rebo-gol (era stato capocannoniere del campionato cadetto), risultò una gigantesca delusione. Rebonato, infatti, realizzò solo due reti con la maglia della Fiorentina prima di essere ceduto a prezzo di saldo al Catanzaro. Ma uno dei due gol lo segnò proprio contro la Juventus a Firenze in una piovosa giornata di gennaio del 1988. Una rete in scivolata che valse l’1-1 (la Juve era passata in vantaggio con De Agostini) per un punticino che contribuì al raggiungimento del non certo esaltante ottavo posto finale.
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