Galdiolo e quella testata che fece crollare la Roma
Il gol non era certo la sua specialità. Giancarlo Galdiolo era un difensore tenace, gigantesco nel fisico e pure nel cuore. Aveva grinta da vendere, mordeva le caviglie degli attaccanti e, di testa, era praticamente insuperabile. Ma il gol, quello era merce rarissima nel suo repertorio. In viola ne ha segnati soltanto 3 in 10 anni e 229 partite di serie A. Una media di uno ogni 76 gare e spiccioli. Quindi, quando riusciva a scuotere la rete avversaria, la giornata diventava memorabile. E così accadde quel pomeriggio del 10 dicembre 1978. La Fiorentina gioca allo stadio Comunale contro la Roma. I viola sono allenati da Paolo Carosio, i giallorossi da Ferruccio Valcareggi, uno che Firenze e la Fiorentina le conosceva come le sue tasche. In campo spicca la luce di Giancarlo Antognoni, elegantissimo con il suo 10 sulle spalle e le sue movenze di una grazia degna della Città dell’Arte. Il resto della squadra è costituita da tanti faticatori: Lelj, Tendi, Orlandini, Restelli, Bruni. Poi c’è Di Gennaro, che cresce all’ombra dell’Unico 10 e il guizzante Ezio Sella di punta. La difesa è guidata dal libero Galbiati e, soprattutto, da Galdiolo, il gigliato più longevo (vestiva di viola da oltre 8 anni). Quella Roma non è certo irresistibile, c’è il grande ex De Sisti, ci sono Pruzzo e Di Bartolomei. Ma la squadra naviga a metà classifica, mentre la Fiorentina ha più velleità (concluderà il campionato al sesto posto). La partita, però, non si sblocca, nonostante i furibondi attacchi viola. Antognoni distribuisce assist, prima Sella, poi anche Pagliari (subentrato a Bruni) ci provano con tenacia, sbattendo contro il portiere Paolo Conti. Fino al minuto 71’ quando, su azione d’angolo, Galdiolo stacca imperiosamente e colpisce forte e preciso di testa, mandando la palla in rete. Per i tantissimi tifosi del Comunale è una liberazione. “Badile”, sullo slancio, finisce dentro la porta, aggrappandosi alla rete per esultare. La gara è sbloccata e, 10’ dopo, arriva anche il raddoppio, confezionato da Antognoni, e realizzato da Sella, in tuffo di testa. La Roma va al tappeto e Galdiolo è festeggiato dai compagni. Nel corso della sua vita “Pappa”, come lo chiamavano negli spogliatoi (i tifosi invece lo avevano soprannominato “Badile”), vivrà anche momenti terribili in quegli 8 anni di malattia che ne hanno preceduto la morte. Ma noi lo vogliamo ricordare così: allegro e felice dopo uno dei suoi pochi gol, oggi alla vigilia di quello che sarebbe stato il suo 70esimo compleanno (domenica 4 novembre).
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