Due partite ed il supplizio è finito
L’esclusione di Gomez contro il Parma, squadra retrocessa ufficialmente da settimane, ufficiosamente dall’inizio del campionato, è sembrata la sigla con i titoli di coda di una trasmissione riuscita male: l’avventura del tedesco a Firenze.
C’era un periodo in cui Gomez era atteso da Montella perché fisso in infermeria. Un altro in cui Gomez arrancava, ma il tecnico lo imponeva e lo difendeva. Un altro ancora in cui l’ex Bayern aveva cominciato a segnare. Un altro in cui Gomez aveva smesso di farlo e Montella sembrava sopportarlo. Poi l’ultimo, quello della resa. Forse ci sbagliamo, ma il punto di non ritorno si è consumato a Siviglia, alla conferenze stampa della vigilia: quando il tedesco ha detto che “ha bisogno di una squadra che giochi per lui, che lo riempia di assist e che giochi all’attacco…”. Montella era al suo fianco con l’espressione di quello pronto ad esplodere. Dire a Montella che deve giocare offensivo e’ come parlare di catenaccio a Trapattoni… Le reazioni possono essere devastanti… Morale: il giorno dopo al 5’ del primo tempo Joaquin ha messo davanti alla porta Gomez e il centravanti ha messo il pallone in curva. Poi si è spento come una candela.
Montella ha deciso di farne a meno e dopo averlo lasciato fuori ad Empoli, lo ha silurato con il Siviglia al Franchi. Pare comunicandogli la decisione solo alle 19 mentre Gomez si aspettava di giocare. Con il Parma l’epilogo.
Mario continua a ripetere di stare bene a Firenze e di voler restare, mentre la società ha deciso da mesi di venderlo. E non solo perché il saldo del tedesco è negativo, ma pure per ragioni economiche legate al monte ingaggi. L’anno prossimo guadagnerà oltre 4 milioni netti a stagione.
E così la storia con Firenze è appunto ai titoli di coda. Restiamo convinti che Gomez ci abbia messo molto del suo, ma sia stato anche il centravanti giusto nel posto sbagliato. Vuoi per il modo di giocare dei viola, vuoi per la sfortuna che l’ha perseguitato sotto forma di incidenti più o meno gravi.
E’ buffa questa vicenda: due che dovevano capirsi come pochi, in quanto numeri nove di razza, hanno finito con l’essere separati in casa. Coraggio, mancano solo due giornate e il supplizio è finito.
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