Di Livio: “Servono rinforzi dal mercato. Firenze merita il massimo”
Per la Fiorentina è sceso in serie C2, dopo aver giocato il Mondiale del 2002. Per la Fiorentina ha attraversato i campi di mezza Italia, con umiltà e coraggio. Fino alla risalita nella massima serie. Angelo Di Livio è stato il grande protagonista del “Rinascimento Viola” dei primi anni 2000. Quando arrivò a Firenze era considerato un simbolo della juventinità, avendo vinto numerosi trofei in bianconero. Ma lo scetticismo nei suoi confronti si è presto tramutato in amore da parte della tifoseria viola, conquistata dal suo modo di onorare la maglia, dalla sua grinta e dalle sue scelte di vita sempre orientate al bene della Fiorentina. La sua vita e la sua carriera sono iniziate a Roma e con la Roma, la squadra che arriva al Franchi nell’ultima giornata del 2019. Per questo lo abbiamo contattato per commentare insieme (in esclusiva) il delicato momento viola, alla vigilia di una partita molto sentita dal popolo gigliato.
Angelo Di Livio, la Fiorentina è partita male: tante sconfitte e poche prestazioni degne di nota. La piazza non è contenta, l’allenatore è ancora in bilico, nonostante il pareggio arrivato in extremis con l’Inter. Dopo un’estate di grandi cambiamenti, il campo non sta dando seguito alla voglia di far bene che regna intorno al Club…
“Una partenza negativa poteva essere contemplabile, ma non così. Reputo la Fiorentina una buona squadra: non dico di parlare di un quarto posto, ma neanche negativamente in questo modo. Ha ottimi elementi, l’insieme di squadra non sta rispondendo. E questo influenza l’andamento generale. È mancato Franck Ribery tra squalifiche e infortuni, sta mancando Federico Chiesa a causa di una scarsa forma”.
Se le cose non miglioreranno, a pagare potrebbe essere l’allenatore, che continua a oscillare dopo essere stato confermato nonostante le numerose sconfitte. Vincenzo Montella riuscirà a salvare la panchina?
“È consapevole che, in queste partite, senza fare punti sarà cambiamento. Le prestazioni negative sono lampanti, sotto gli occhi di tutti. Prima di diventare un allenatore, è stato un campione: sa cosa potrà accadere e come funzionano certe dinamiche. Vediamo. È chiaro che i giocatori in campo devono dare di più”.
La brutta notizia è arrivata la scorsa settimana: Ribery si è operato in Germania e starà fuori per circa 2 mesi. Uscito nella partita contro il Lecce, ha provato a recuperare ma alla fine si è dovuto arrendere…
“Mancherà tanto, soprattutto per carattere e leadership. In tal senso, è un calciatore dal peso specifico notevole. Il francese viene a mancare in un momento così difficile per la squadra e per il tecnico, è una notizia davvero negativa. Il suo arrivo a Firenze ha rappresentato un’operazione molto importante, una vera intuizione. Qualitativamente, per la piazza di Firenze, mi aspetto sempre di più”.
E poi c’è Federico Chiesa, tra campo e mercato.
“Mi dispiace per il momento che sta vivendo. Dalla mia bocca, per Chiesa sono sempre uscire parole di grandissimo elogio. Federico è uno dei giovani più forti del nostro campionato. Quando si gioca, si gioca con la testa. E si deve stare con la testa per impegnarsi e dare il massimo. Quello che accadrà, nel suo futuro, non lo so. Dipende dalla società. Quando sei dentro a una squadra, pensare di andare via è difficile”.
Quali ambizioni può avere questa Fiorentina?
“Sarebbe importante arrivare in Europa League. La vedo difficile, però. Ha già buttato via tanti punti e ci sono squadre più attrezzate per piazzarsi nei primi posti”.
Come interverrebbe nel mercato di gennaio?
“Mi aspetto molto in fase di rafforzamento. Le parole di Rocco Commisso sono state precise. La squadra va migliorata con un grande attaccante, e poi è chiaro che se Montella rimarrà dovrà essere interpellato per valutarne le richieste e capire dove andranno fatti gli investimenti”.
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