Damato di Barletta, l’Ettore Fieramosca… al contrario
Week end lungo, questo quattordicesimo di serie A… dove, i soliti ignoti, vedi Mazzoleni, continuano ad esercitare (anche per colpe non loro ma di chi ce li manda) un mestiere, se così lo vogliamo chiamare, che non è proprio il suo, mentre le forze nuove, il malcapitato Chiffi di Padova, non danno segnali buoni per il futuro Per delucidazioni ulteriori, chiedere al tecnico del Chievo, Maran, che, pur con grande signorilità, ha detto che non si può arbitrare in quel modo in nessuna serie, men che meno in serie A!
Ma, come sempre, il meglio è in fondo e, Damato di Barletta cercando di emulare il suo ben più noto concittadino, Ettore Fieramosca, ha si fatto l’eroe, ma al contrario, sbagliando tutto quello che poteva sbagliare, ed anche di più, purtroppo ai danni di una sola squadra… la Fiorentina. Squadra viola che, con un’arroganza autolesionistica ai limiti del masochismo assoluto, dimenticandosi di scendere in campo nei primi 20 minuti, non meritava comunque di essere maltrattata più e più volte, in maniera quasi chirurgica, da un direttore di gara, forse frustrato (ma mai scusabile) dai rumors, che lo vogliono degradato dal rango di Internazionale a favore dell’avvocato pistoiese Irrati. I fatti salienti, in un magmatico e dissoluto comportamento generale, si possono così riassumere: mancata concessione di un rigore, con ammonizione di corredo, alla Fiorentina per fallo su Gonzalo Rodriguez da parte di Miranda, il quale tentando di rinviare il pallone, in maniera improvvida, a seguito di un angolo calciato dalla sinistra da Ilicic, finisce per colpire la gamba sinistra del capitano viola facendo finire a terra quest’ultimo. Strada facendo si dimentica, colpevolmente, di ammonire Brozovic, reo di fermare Borja Valero in una chiara occasione di ripartenza pericolosa. Per poi esprimere il meglio di sé espellendo Gonzalo Rodriguez per un fallo, secondo lui, da ultimo uomo su Icardi. Analizzando con equità la situazione, si può notare che Icardi è a circa 22 metri dalla porta viola, più o meno frontale all’intersezione fra la lunetta e l’area di rigore, quindi defilato e non più in possesso del pallone, in quanto se lo era allungato, in aggiunta accanto a lui c’è Astori ed in mezzo all’area Salcedo in recupero, seppur affannoso. Riassumendo, il rosso al capitano viola è una pura invenzione del direttore di gara pugliese. Giusto al 14° del 2° tempo il giallo a Miranda per una “sbracciata” su Ilicic, ma se avesse ammonito il difensore brasiliano nel 1° tempo per il fallo su Gonzalo… sarebbe stato il secondo! Tutto questo condito da una sorta di “immunità parlamentare” nei confronti di Ranocchia, al quale è stato concesso di fare una serie reiterata di falli sugli attaccanti viola, senza essere mai ammonito. E, ciliegina sulla torta, la mancata rilevazione di un fallo, ovviamente di Ranocchia, su Chiesa al limite dell’area che, se giustamente sanzionato, avrebbe concesso agli uomini di Sousa l’ultima, prelibatissima occasione, per pareggiare una pazza partita, e che invece ha permesso all’Inter, invero molto modesta, di partire in contropiede e far scorrere i titoli di coda con Icardi, ad una partita, in certi momenti al limite del surreale.
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