Brizi e quel gol-salvezza al 90°
356 partite, uno Scudetto, due Coppe Italia, una Coppa di Lega Italo-Inglese e una Mitropa Cup. Sono i numeri viola di Giuseppe Brizi, grande jolly difensivo della Fiorentina dal 1961 al 1976. Quindici anni trascorsi in riva all’Arno con la stessa maglia sulle spalle, portata sempre con eleganza, sagacia tattica e correttezza. La società gigliata lo scovò nella Maceratese, la squadra della sua città, dove è nato nel 1942. Lui aveva soltanto 19 anni, ma già giocava con la calma del veterano. Così divenne progressivamente una colonna della squadra degli anni ‘60 che chiuse magnificamente il decennio andando a conquistare lo Scudetto nel 1969. Era la mitica Fiorentina ye-ye. Una squadra di giovani nella quale lui era un punto di riferimento. Ma quella che oggi vogliamo raccontarvi è la storia di un’altra Fiorentina. Una squadra che, quasi incredibilmente, appena due anni dopo aver conquistato il tricolore, si trovò a un passo dal baratro della serie B. Una stagione disgraziata nel corso della quale era stato esonerato il tecnico dello Scudetto, Bruno Pesaola, per affidarsi all’istrionico Oronzo Pugliese, soprannominato “Il mago di Turi”.
Il 16 maggio 1971 quella squadra disputò una delle partite più drammatiche della storia viola: l’avversario allo stadio Comunale di Firenze era l’Inter di Mazzola, Facchetti e Boninsegna, appena laureatasi campione d’Italia con 2 giornate d’anticipo. Se avesse perso quella partita la Fiorentina avrebbe salutato, con ogni probabilità, la serie A. Un’ultima spiaggia affrontata dai viola con il cuore in gola. Davanti a uno stadio gremito, la formazione gigliata riuscì a passare in vantaggio grazie al gol di Giorgio Mariani al 20’ del primo tempo. Ma nella ripresa, tra il 74’ e il 78’ arrivò la doppia mazzata firmata da Jair e Mazzola (autore di un eurogol quasi… involontario). E, man mano che trascorrevano i minuti le speranze salvezza si riducevano al lumicino. Fino a quel drammatico calcio d’angolo, esattamente al 90’, sul quale decise di salire anche Giuseppe Brizi, certamente non avvezzo all’arte del gol (ne segnerà soltanto 2 in 15 anni). Una scelta benedetta perché fu proprio il piede sinistro del difensore viola a deviare il pallone, calciato da Chiarugi e respinto da un difensore, alle spalle del portiere Lido Vieri per l’esultanza generale. Anche i giocatori dell’Inter, per la verità, non furono così scontenti di aver preso quella rete. E la Fiorentina incassò un punto determinante per la salvezza, poi conquistata in modo altrettanto rocambolesco, all’ultima giornata, dopo il pari esterno sul campo della Juve e grazie alla migliore differenza reti sul Foggia. Il tutto sarebbe stato impossibile senza quel gol di Brizi che, a modo suo, resterà per sempre scolpito nella storia viola.
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