Benedette vittorie, ma adesso serve il gioco
Il percorso di Sousa è ancora lungo e c’è tanto da lavorare. Arriva il Bologna, al Franchi sarà battaglia.
Incroci del destino, ma tanto prima o poi doveva accadere: Pantaleo Corvino, diesse per 7 anni di una Fiorentina da Champions, ritorna a Campo di Marte come ex. Stavolta ha la maglia dirigenziale del Bologna e nessuna voglia di fare sconti al suo vecchio sentimento viola. Ora rincorre la salvezza e non un piazzamento nell’Europa che conta come ai tempi di Prandelli. Corvino troverà una Fiorentina particolare: non bella sul piano della manovra, ma terza in classifica e molto cinica. I viola, infatti, a Modena contro il Carpi hanno fatto un solo tiro, ma che ha portato tre punti pesanti. La firma è stata di Babacar, una delle storiche “pianticelle” di Corvino. Fu lui a portarlo a Firenze poco più che bambino.
Ma torniamo alla Fiorentina attuale. Sousa sostiene che si deve migliorare trovando convinzione attraverso i risultati. Meglio di così, allora, lo scenario non avrebbe potuto presentarsi. Se poi aggiungiamo un altro dato, i viola con Milan, Genoa e Carpi non hanno beccato gol, il sorriso è ancora più convinto.
Sottolineato tutto ciò e stabilito che le vittorie non si discutono ma si accettano con felicità, pensiamo che sul lungo raggio si renda necessario un altro ragionamento. La Fiorentina dovrà dotarsi di un gioco, qualunque esso sia, offensivo o contropiedista – non esiste infatti in questo sport un solo sistema per vincere – in grado però di creare più occasioni da gol. Per segnare e impensierire maggiormente gli avversari. Per imporre la propria personalità. Domeniche come quelle col Carpi non capitano sempre. Continuiamo a credere che i risultati positivi siano figli di un timbro di gioco e che dunque non arrivino a caso. Questa Fiorentina è indietro sul piano della manovra e della capacità di imporre la propria idea in campo. Il viaggio di Sousa è lungo e c’è ancora tanto da lavorare. Non si può pretendere che pochi mesi di conoscenza della squadra, possano portare subito ad effetti largamente positivi. Inoltre, sempre in un lasso di tempo limitato, alla Fiorentina è stato chiesto di passare dal tiqui-taca di Montella, portatore sano di un calcio molto offensivo, alla manovra prudente e votata al contropiede di Paulo Sousa. E’ stato un bel salto, certe rivoluzioni non si digeriscono subito.
E allora divertiamoci nel rivedere nuovamente Corvino a Firenze, seppur da avversario. La Fiorentina deve vincere, anche il Bologna. Sarà battaglia.
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