Bearzot, l’uomo che difese sempre Antognoni

Bearzot, l’uomo che difese sempre Antognoni

 

Oggi, 26 settembre, avrebbe compiuto novant’anni. Enzo Bearzot è il cittì del Mondiale 82, l’allenatore di un’Italia sulla quale nessuno avrebbe scommesso un cent, ma che lui riuscì incredibilmente a trasformare in una macchina da guerra capace di far fuori colossi del calibro di Brasile, Argentina e Germania Ovest, e di alzare al cielo la Coppa dei sogni. Un’Italia indelebile che, almeno dai quarant’anni in su, tutti ricordano con affetto, e che supera indiscutibilmente, nell’immaginario collettivo, quella del 2006. I campioni del mondo che non si dimenticano, infatti, sono Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, Conti, Graziani e… Giancarlo Antognoni. Il giocatore più amato dai tifosi viola che Enzo Bearzot difese a spada tratta proteggendolo come un padre dalle critiche pretestuose della stampa del nord che faceva il tifo per Evaristo Beccalossi e che lo avrebbe visto volentieri a casa per far spazio a beniamini di squadre con le maglia a strisce verticali. Ma Bearzot aveva la testa dura e soprattutto conosceva il calcio, apprezzando sopra ogni cosa la classe dei campioni veri. Per lui Antognoni era intoccabile, grazie a lui, Antognoni raggiungerà quota 73 presenze in azzurro, stabilendo il record assoluto per un giocatore della Fiorentina. Se fosse stato per “Il Vecio” il numero 10 viola avrebbe giocato anche la finalissima di Madrid contro la Germania Ovest. Ma la sfortuna, come sempre, ci mise lo zampino. Antognoni s’infortunò nella semifinale con la Polonia. Bearzot lo aspettò fino alla mattina stessa della partita decisiva, fino a quando non fu lo stesso Giancarlo ad alzare bandiera bianca, dopo un tentativo di recupero disperato. Peccato, perché con “Antonio” in campo sarebbe stata una notte ancora più bella.

Tommaso Borghini

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