Battistini: “Serve un centravanti vero, che segni e faccia salire la squdra”
di Daniele Taiuti
E’ senza dubbio questo uno dei momenti più delicati dell’era Della Valle. Al di la’ dei risultati sportivi della squadra viola, quello che preoccupa maggiormente è la rottura netta che si è venuta a creare fra la parte più accesa del tifo, la Curva Fiesole soprattutto, e i fratelli di Casette d’Ete. Per la Firenze sportiva questa non rappresenta una novità; in quanto situazioni caratterizzate da scarso idillio fra i tifosi e le varie proprietà che si sono succedute negli anni sono ciclicamente sorte. Come non parlare ad esempio dei forti moti di protesta che l’ambiente del tifo ha mosso ai danni della Famiglia Pontello e di Vittorio Cecchi Gori, fra gli anni 80 e 90. Un testimone importante che ha vissuto il passaggio di consegne fra le gestioni ora citate corrisponde al nome di Sergio Battistini. Il calciatore massese con la casacca viola, dal 1985 al 1990, vive una delle fasi più importanti della sua carriera. A Firenze inoltre, dal 2004 al 2007, si mette in luce anche nelle vesti di tecnico delle squadre giovanili. Proviamo adesso con lui a interpretare il momento che sta interessando la piazza di Firenze, senza trascurare una breve disamina del match casalingo odierno.
Sergio Battistini, come commenta l’avvicendamento sulla panchina viola fra Pioli e Montella?
“Purtroppo nel calcio in qualche modo è sempre l’allenatore a pagare per tutti quando i risultati non giungono. Considero Pioli un ottimo professionista, però se è arrivato a rassegnare le dimissioni è perché non ha più avvertito la fiducia da parte della società. Montella comunque è un tecnico brillante con ampi margini di crescita”.
La frattura creatasi fra una parte della tifoseria e la famiglia Della Valle è ricomponibile?
“Penso e spero di sì. Il motivo principale del dissidio è subito individuabile nella diversa concezione delle due parti in causa riguardo alla dimensione della squadra: i tifosi credono di meritare di più, mentre la proprietà attraverso dei parametri economici vede una Fiorentina da settimo posto. Secondo me con un investimento contenuto, ma ben mirato, i gigliati potrebbero compiere il salto di qualità”.
Qual è il reparto della Fiorentina che ha denunciato maggiori carenze nella stagione in corso?
“Credo che alla squadra quest’anno sia mancato soprattutto un centravanti di stazza, che avrebbe permesso ai viola di beneficiare di un maggiore peso specifico nel reparto avanzato. A parer mio la ricerca di un profilo simile dovrebbe essere prioritaria nella prossima campagna acquisti”.
La Viola con il Sassuolo può ritornare alla vittoria?
“Sicuramente. La formazione di Montella è nettamente più forte degli emiliani”.
Ci può descrivere i momenti che hanno maggiormente segnato la sua esperienza in riva all’Arno?
“Ho soltanto ricordi positivi. A cominciare dalla mia prima stagione in cui ci classificammo quarti, per finire alla Coppa Uefa del 90 che ci vide arrivare in finale. Senza dimenticare le grandi vittorie centrate con Baggio protagonista”.
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