Baretti: “Viola e Toro alla pari”
“Per sempre grato a Firenze. Per mio padre uno striscione da brividi”
Alessandro Baretti, figlio di Pier Cesare Baretti – Presidente della Fiorentina tragicamente scomparso in un incidente aereo, colui che decise di portare a Firenze Roberto Baggio, nonostante fosse stato vittima di una gravissimo incidente al ginocchio – ha analizzato per il Brivido Sportivo la gara tra la ‘Viola’ e il Torino. Il giornalista di “Tuttosport” (come lo era stato il padre) ci aiuta a fare la diagnosi delle due squadre e della partita che potrebbe nascere.
Quale Torino affronterà la Fiorentina?
“È una sfida alla pari. Se la giocheranno per i posti a ridosso delle ‘grandi’. Si equivalgono, possono puntare alla qualificazione in Europa League. Se guardiamo il bicchiere mezzo pieno, il Torino ha una sola sconfitta, quella subita nel derby; se lo guardiamo mezzo vuoto, è un ‘Toro’ da cui ci si sarebbe attesi una reazione che con l’Hellas Verona non è arrivata. E il pareggio di Crotone ci può stare, anche se per gioco ha deluso”.
La convince il progetto giovani della ‘Viola’?
“C’è stato un momento, nel corso dell’estate, in cui è montata una legittima preoccupazione: in definitiva, il mercato è stato fatto ad agosto. C’è un undici interessante, con Thereau che ha qualità, Simeone che si trova bene, Veretout che si sta integrando con Badelj e con Astori e Pezzella che sono due giocatori di livello. Sportiello invece necessitava di continuità. Ci sono stati anni in cui i Della Valle hanno messo in piedi una Fiorentina da Champions League, ma non è questa la stagione”.
Proprio dal Torino è arrivato Benassi…
“È un giocatore importante, un centrocampista prolifico. Mihajlovic, dopo averlo fatto giocare da mezzala, lo aveva provato esterno alto. È un giovane sul quale si può lavorare. Può fare l’esterno da posizione centrale, non quello che va al cross. Un ‘Candreva’ come prototipo, ma non ala”.
Capitolo Mihajlovic: a Torino credono sia l’allenatore giusto?
“Sta portando avanti il 4-2-3-1, valutando se davvero è il modulo adatto oppure se è meglio cambiarlo. Un’altra soluzione potrebbe essere quella di inserire più mediani. Si gioca tutto in questa stagione, ha parlato di un progetto europeo biennale il giorno della presentazione. Ed è stato accontentato sul mercato. Il Torino fatica in fase difensiva, sebbene sia migliorato nel parco giocatori. Però segna molto, centouno reti in cinquanta gare, numeri prolifici legati anche al rendimento di Belotti”.
Quali sono i giocatori che potrebbero cambiare le sorti della partita?
“Ljajic, mi è piaciuta la qualità: è discontinuo, ma dalla parte finale dello scorso anno, anche se non ha il colpo risolutivo, è presente durante tutta la partita. Una svolta. E Simeone, giocatore seguito in estate dal Torino, ma anche Chiesa e Baselli”.
Un ricordo della Presidenza viola di suo padre?
“Ogni volta che torno c’è un affetto forte, non è piaggeria. Mi viene dimostrato ogni anno. Nella scorsa stagione per i 90 anni dei gigliati, mi è stato dimostrato ed evidenziato un grande affetto clamorosamente ricambiato. Sarò sempre affezionato e riconoscente a una tifoseria che quando è mancato mio padre ha messo uno striscione recitante: ‘Il destino ti ha impedito di vederci grande: ciao Pier Cesare, senza di te saremo più soli’”.
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