Antognoni: “Viola, giocatela senza paura!”
La bandiera gigliata: “Napoli stellare, ma la Fiorentina può farcela restando se stessa. Alla dirigenza dico di essere più presente”
“Onora il Padre” è il comandamento che campeggia su un bandierone che da tempo sventola in Curva Fiesole e sul quale c’è l’effige di Giancarlo Antognoni, simbolo ed emblema della storia viola. Un personaggio che i tifosi della Fiorentina adorano ancora all’unanimità, anche chi non l’ha mai visto giocare “guardando le stelle”. Perché Antognoni è “L’unico 10 di Firenze”, il “Capitano”, l’uomo che non ha mai tradito i colori gigliati, nonostante lo richiedessero le squadre più blasonate d’Europa. La Bandiera di tutti i tempi del calcio in Riva all’Arno, capace di mettere insieme 429 presenze ufficiali in maglia viola con 72 gol all’attivo. E, alla vigilia della partitissima contro il Napoli al Franchi, il Brivido Sportivo non poteva fare a meno di sentire al sua opinione su questo match fondamentale per la Fiorentina e sul terribile tour de force che attende la squadra di Paulo Sousa nei prossimi giorni.
Giancarlo Antognoni, cominciamo con una domanda difficile, la Fiorentina è da Champions?
“Sì, i risultati dicono questo e le squadre che le contendono il terzo posto, piano piano, si stanno riducendo. La Roma è la maggiore antagonista, l’Inter è sempre lì ed è imprevedibile, ma secondo me è già tagliata fuori. Potrebbe rientrare il Milan. Però la Fiorentina è ancora davanti e se la giocherà fino alla fine”.
Già, ma adesso arriva il difficile: prima il Napoli in casa, poi la Roma all’Olimpico…
“Le reali ambizioni della Fiorentina si vedranno in questo tour de force. Il prossimo mese farà definitivamente capire dove la squadra potrà arrivare. Napoli e Roma sono gli avversari più difficili e questi due match diranno la verità sui viola”.
Parliamo della partita di stasera contro il Napoli, cosa deve fare la Fiorentina per vincere?
“Deve restare se stessa. Non si deve far prendere dalla paura di affrontare una formazione che può contare sul “Pipita” Higuain e su un attacco stellare. Il Napoli è una squadra completa e molto difficile da battere, ma la Fiorentina fino a oggi ha sempre affrontato gli avversari giocandosela alla pari con tutti. Sono sicuro che sarà una gran bella partita e che ci sarà da divertirsi”.
La squadra di Sousa sembrava in calo e invece nelle ultime giornate si è ripresa alla grande in campionato. Cosa è successo?
“La partenza era stata a razzo ed era normale e fisiologico un momento di flessione. Non si possono reggere 40 partite sempre al massimo. Secondo me Sousa e il suo staff avevano corso un rischio calcolato, sapendo che poi ci sarebbe stata la ripresa atletica. E così è accaduto. Adesso la Fiorentina sta meritandosi pienamente il suo terzo posto, come ha dimostrato superando la concorrente diretta Inter e l’Atalanta a Bergamo, campo sempre ostico”.
Eppure i tifosi erano insoddisfatti del mercato invernale…
“Le lamentele dei tifosi sono arrivate perché l’obiettivo principale era un difensore di grande spessore che, alla fine, non è arrivato. Però gli altri acquisti si stanno rivelando preziosi: penso a Zarate che ha già portato punti importanti. E adesso anche a Tello, che mi pare sulla buona strada. E’ sempre il campo che dà le risposte”.
Cosa pensa delle contestazioni mosse da una parte della tifoseria ai Della Valle?
“I tifosi vogliono sempre giocatori importanti. Lisandro Lopez e Mammana erano obiettivi giusti, ma non sono arrivati. La campagna acquisti è stata chiusa con un bilancio attivo di 7 milioni. E’ lecito e normale porsi delle domande…”.
Cosa si sente di dire alla proprietà viola per il bene della Fiorentina?
“Di essere più presenti in prima persona e di non demandare troppo”.
Cosa si sente di dire, invece, ai tifosi?
“I tifosi vanno allo stadio ed incitano sempre la squadra. Cosa possiamo chiedere loro di più? Se, poi, qualcuno contesta avrà i suoi buoni motivi ed è libero di farlo”.
Secondo lei Paulo Sousa resterà a Firenze anche nella prossima stagione?
“Spero di sì. Sta lavorando molto bene, mi auguro per la Fiorentina che rimanga. Ha il grande pregio di saper fare di necessità virtù”.
Come giudica la rosa viola reparto per reparto?
“La difesa può essere migliorata, ma ha elementi importanti. Il centrocampo è buono e molto tecnico. L’unico incontrista è Badelj, ma ci sono tanti giocatori di fantasia che si sacrificano anche per la squadra. In attacco Kalinic è perfetto perché lavora tanto per i compagni e fa anche gol. Ma il pregio principale della Fiorentina è la forza del collettivo”.
Il suo numero dieci è sulle spalle di Bernardeschi, si rivede un po’ in lui? Lo ritiene pronto per l’Europeo?
“Un po’ sì, ma lui ha caratteristiche diverse. E’ il prototipo del giocatore moderno: ha corsa, tecnica e sa fare anche gol. E’ certamente uno dei giovani italiani più forti e interessanti. Per l’Europeo sarà il Ct Conte a decidere se sia pronto o meno. Lui guarda molto nell’Under 21 dove ci sono ragazzi di grande prospettiva. Bernardeschi è fra questi e ormai ha 22 anni e non è più un pivellino. Lo vedo molto maturo, può essere un candidato forte”.
Da capo delegazione degli azzurrini, ritiene che le squadre italiane dovrebbero guardare più al nostro settore giovanile anziché all’estero?
“Sì, ma credo che lo abbiano cominciato a fare. A livello giovanile l’Italia sta dimostrando di produrre ottimi giocatori. Ce ne sono nell’Under 21 e anche nelle altre nazionali giovanili. Le squadre più importanti stanno attingendo al vivaio e questo sarà un vantaggio per i club, ma soprattutto per la Nazionale”.
Tornando a casa viola, come giudica le tre giornate di squalifica a Zarate e l’accusa mossa da Sousa sul calcio italiano?
“Sousa è un uomo di calcio e ne conosce i meccanismi. Ha fatto le sue rimostranze, comunque in modo contenuto. Forse, però, più che a lui spetterebbe alla società farlo. Zarate è un’assenza importante per la Fiorentina perché ha già dimostrato di essere determinante. Ma ci sono altri elementi che possono sostituirlo in modo più che degno”.
Qual è il ricordo più bello della sua leggendaria esperienza in viola?
“Semplice: i fiorentini e Firenze, la città in cui ho ancora oggi la fortuna di vivere. Sono e saranno loro il ricordo più bello e importante della mia vita”.
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