Albertosi: “Viola, i ricambi non sono all’altezza”
L’ex grande portiere: “La società deve incidere di più sul mercato
A Milano gara aperta, ma la Fiorentina è più forte e può sbancare S. Siro”.
E’ stato uno dei più grandi portieri italiani di tutti o tempi. Enrico Albertosi è uno dei simboli del calcio italiano, passato alla storia come uno degli eroi della famosa semifinale mondiale del 1970 vinta dagli azzurri per 4-3 contro la Germania. Un mito costruito, soprattutto, a difesa dei pali della Fiorentina con la quale ha giocato per 10 anni. Prima come riserva del mitico Giuliano Sarti, poi come titolare, complessivamente dal 1958 al 1968. Ma Albertosi, dopo la felicissima parentesi di Cagliari, è stato anche portiere del Milan dal 1974 al 1980. L’uomo giusto, dunque, per commentare il, delicato momento che sta attraversando la Fiorentina dopo la sconfitta interna con la Lazio e il difficile prossimo impegno sul prato di San Siro contro i rossoneri.
Albertosi, partiamo dal brutto ko interno contro la Lazio, che cosa è successo alla Fiorentina?
“La Fiorentina non ha i ricambi necessari e la partita contro la Lazio lo ha dimostrato. Fino a quando ha i titolari in campo tutto va bene , quando inizia a cambiare qualcosa per necessità il gioco non è più all’altezza. Comunque la stagione, fino a oggi, resta molto positiva. Con il cambio di allenatore non mi sarei mai aspettato che la squadra si trovasse così in alto alla fine del girone di ritorno. Ha giocato un calcio bellissimo. Molto migliore rispetto a squadre come l’Inter che sono lassù in classifica grazie a molta fortuna”.
Come giudica l’operato dei Della Valle?
“La famiglia Della Valle da quando ha preso la Fiorentina ha fatto benissimo. L’ha riportata in serie A, si è qualificata quasi sempre per le coppe europee e ha ottenuto diversi quarti posti. Quest’anno, poi, stanno facendo un mezzo miracolo rispetto alle potenzialità della rosa”.
Cosa si aspetta dal mercato di gennaio?
“A gennaio i Della Valle faranno qualcosa d’importante, ne sono certo. Se si va al di fuori della squadra titolare, lo abbiamo visto sabato sera, si fa fatica. L’unico reparto dove ci sono valide alternative è il centrocampo, anche se l’infortunio di Badelj crea adesso problemi anche in quel settore. Io inciderei in modo deciso in attacco e in difesa. Quest’anno, vista la posizione in classifica, c’è possibilità di fare molto bene. Dunque non si può perdere questa occasione e la società farà gli investimenti necessari”.
Secondo lei è giusto mandare via Giuseppe Rossi in prestito?
“Il giocatore dovrebbe giocare sempre per capire se può tornare quello di prima. La Fiorentina, non facendolo partire mai titolare, farebbe bene a lasciarlo partire in prestito. Anche perché tante squadre lo vogliono, così potrà giocare sempre e i dirigenti viola potranno capire se potrà ancora essere un giocatore importante per il futuro”.
Come giudica i portieri della Fiorentina Tatarusanu e Sepe?
“Sepe ha giocato poco, solo in Coppa, ma ha fatto benino per quello che si è potuto vedere. A Tatarusanu do un voto sufficiente, anche se ha fatto qualche errore durante il campionato. Non mi pare, comunque, che stia facendo rimpiangere Neto. A proposito del brasiliano voglio dire una cosa: credeva di rubare il posto a Buffon e ha sbagliato tutto. Un errore grave perché Gigi è inossidabile”.
Che partita sarà contro il Milan?
“Il Milan quest’anno mi sta deludendo. Con la campagna acquisti che ha fatto pensavo andasse molto meglio. Alterna partite positive a prestazioni negative, non ha continuità. La Fiorentina, al contrario, fuori casa è una gran brutta bestia da affrontare, perché gioca davvero un bel calcio. E’ difficile fare un pronostico, possono vincere entrambe. Anche se i viola sono superiori e possono sbancare San Siro”.
Per il mercato della Fiorentina si è parlato anche di Mexes, come lo vedrebbe a Firenze?
“E’ un buon giocatore che ha esperienza e sa come muoversi in campo. Ma non so se il Milan vorrà cederlo proprio alla Fiorentina”.
Reputa Mihaijlovic il giusto allenatore per il Milan?
“A Milano c’è sempre fretta. Se non vinci subito vieni criticato e manca la tranquillità per lavorare. E’ un allenatore di carattere che sa farsi rispettare dalla squadra, ma ci vogliono anche gli uomini adatti. E al Milan mancano proprio le pedine giuste al posto giusto”.
Donnarumma ha conquistato la porta del Milan nonostante la sua giovane età, come lo giudica?
“A 16 anni riuscire a portar via il posto a due portieri importanti come quelli del Milan non è certo di poco conto. Il tecnico rossonero si è preso questo rischio e ha avuto ragione, Donnarumma ha grande personalità e sta giocando bene. Quest’anno gli si può anche perdonare qualche errore, l’anno prossimo sarà quello decisivo. Bisogna stare attenti a non perdersi come è successo a Scuffet”.
Che ricordi ha della Fiorentina e del Milan?
“Nella Fiorentina ho avuto alti e bassi, ho vinto due Coppe Italia, una Coppa Uefa e sono arrivato secondo in campionato per 2-3 volte. Purtroppo i viola hanno vinto lo Scudetto proprio quando me ne sono andato nel 1968-69 e questo mi rode ancora. L’anno successivo poi l’ho vinto io il tricolore con il Cagliari e non ci avrei mai sperato. E’ stata un’impresa epica. Al Milan, infine, ho vinto il decimo scudetto e una Coppa Italia. L’unico cruccio è stato non vincere un trofeo internazionale in rossonero, ma il periodo che ho vissuto a Milano è stato turbolento con tanti cambi di presidenti e allenatori”.
Dieci anni in viola, la Nazionale
Poi gli scudetti con Cagliari e Milan
Enrico Albertosi nasce in Toscana, a Pontremoli, nel 1939. Cresce calcisticamente nello Spezia dove lo nota la Fiorentina che lo acquista nel 1958, facendolo debuttare in serie A nel gennaio 1959. Ma davanti a lui c’è un grande portiere del calibro di Giuliano Sarti, dunque nei primi 5 anni in viola Albertosi colleziona solo 30 partite. Poi, dal 1963 con la cessione di Sarti all’Inter, diventa titolare, affermandosi come uno degli estremi difensori più forti d’Europa. Con i viola vince due Coppe Italia, una Coppa delle Coppe e una Mitropa Cup. Nel 1968 la Fiorentina lo cede al Cagliari dopo 185 partite disputate con la maglia gigliata. Proprio in quella stagione i viola vinceranno lo scudetto con il suo sostituto, Franco Superchi, fra i pali. Albertosi, comunque, non si fa mancare grandi trionfi: nel 1970 vince clamorosamente il tricolore proprio a Cagliari, stabilendo il record minimo di gol subiti in un campionato a 16 squadre: soltanto 11. Nel 1974 il trasferimento al Milan e in rossonero è protagonista della vittoria dello Scudetto della stella del 1979. L’anno successivo (all’età di 40 anni) rimane coinvolto nello scandalo del calcio scommesse, pagando con una squalifica di due anni. In Nazionale esordisce nel 1961, disputando 34 partite. In azzurro vince un Campionato europeo (1968) ed è secondo ai Mondiali di Messico 1970, disputando da titolare la famosa partita Italia-Germania 4-3.
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