E adesso, testa e cuore a Torino
La terza vittoria consecutiva della Viola, complici anche certi risultati poco brillanti delle dirette avversarie, lancia la squadra di Italiano (e di Commisso) verso insperate posizioni di classifica. Quella con il Venezia non sarà stata la partita del secolo, e nemmeno dell’anno, ma servivano i tre punti, che sono arrivati. Il resto conta solo per gli ipercritici, che vedono sempre il bicchiere mezzo vuoto
Nel primo tempo la Fiorentina ha dominato la gara. Un possesso palla quasi imbarazzante, un palo di Ikonè, un martellamento continuo all’area avversaria. Insomma, una dimostrazione di forza che però, alla fine, ha portato solo il gol di Torreira, di tacco, venuto dopo una punizione calciata da Biraghi, con la palla che stava scivolando verso il fondo, rimessa in area quasi miracolosamente da Igor. Un gol, un solo gol, che però, vista la quasi assenza del Venezia dal campo, sembrava sufficiente.
E infatti la Fiorentina è entrata in campo nella ripresa un po’ svagata, svogliata, quasi che la pratica fosse ormai stata messa in archivio. Italiano si è sgolato dalla panchina ma quasi inascoltato. Per fortuna il Venezia si è mostrato per quello che è, una squadra di bassa classifica (che comunque doveva fare i conti con un numero impressionante di assenze) e la partita è scivolata via, in maniera quasi indolore, verso il finale, senza sussulti, se non quello, calcisticamente drammatico, dell’infortunio di Castrovilli, portato via in barella. E le barelle sul campo di calcio sono, purtroppo, in genere, foriere di non buone notizie.
Secondo alcuni, la Fiorentina del secondo tempo aveva già la testa a mercoledì, quando a Torino si giocherà la madre (e forse anche la nonna visto che l’avversaria è la vecchia signora) di tutte le partite. Può essere, anzi ce lo auguriamo proprio. Sprecare troppo energie in una partita del genere avrebbe avuto poco senso.
Le pagelle ci dicono che il migliore è stato, ancora una volta, Torreira, che ormai è il capocannoniere della squadra con 5 reti. Roba che per uno che in 7 anni di carriera di gol ne aveva fatti 11 è quasi un miracolo. Peccato per la stupida ammonizione presa nel finale, che ne abbassa il voto. Andare a bloccare la palla mentre un avversario sta calciando una punizione è un errore incomprensibile per un professionista. Ikonè ha giocato 25 minuti a altissimo livello, colpendo anche un palo. Anche Nico Gonzalez ha giocato un ottimo primo tempo, facendo girare la testa alla difesa avversaria. Ma anche lui come il compagno di linea nella ripresa ha perso parecchio smalto. Cabral si è dimostrato in progresso fisico, ha fatto vedere qualche buona cosa, insomma, la sua crescita sembra proseguire. Non giudicabile la difesa, per la pochezza dell’avversario. Il peggiore, secondo noi, è stato Sottil, che è entrato in campo al posto di Ikonè. Dopo una bella sgroppata iniziale sulla fascia, ha tirato un pessimo angolo, ha mancato un controllo facilissimo e si è beccato un’ammonizione. Il ragazzo deve maturare parecchio, se vorrà trovare spazio in futuro in questa Fiorentina. Il tecnico Italiano ha, secondo noi, gestito bene l’eccessivo entusiasmo, portando la squadra in ritiro dopo le 8000 presenze all’allenamento di mercoledì. Un secondo lavoro da psicologo lo aspetta.
E adesso testa e cuore a mercoledì. Nell’attesa, buona Pasqua e buona Pasquetta a tutti.
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