Pecci: “Torreira il nuovo leader. Viola credi nell’Europa!”
Una buona Fiorentina, trascinata da Lucas Torreira. Potremmo definire così l’ultimo periodo della squadra di Italiano, periodo in cui il regista sudamericano è divenuto una specie di jolly: giocatore a tutto campo, tanto indispensabile nella manovra quanto presenza importante in fase offensiva, nonché beniamino dei tifosi per lo spirito con cui affronta ogni gara e ogni situazione. Per parlare dell’ex Sampdoria, il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva Eraldo Pecci, storico regista della Fiorentina.
Pecci, è giusto dire che la Fiorentina, nell’ultimo periodo, è stata trascinata da Torreira?
«Direi proprio di sì. Nelle ultime partite il centrocampista sudamericano si è distinto tra i migliori in campo, forse il migliore addirittura. Il ragazzo è in crescita, da più punti di vista…».
In cosa sta crescendo, secondo lei?
«Qualche mese fa non vedevamo certi inserimenti, né tanta continuità nel proporsi in avanti. Inoltre sta salendo di livello dal punto di vista della leadership: non vi è dubbio che quel ruolo in particolare faccia sì che si abbiano delle responsabilità, ma lui lo sta interpretando alla grande, mostrando la cosiddetta “garra”».
Un atteggiamento da combattente che lo ha portato, in campo dopo aver subito un colpo, a togliersi un dente come se nulla fosse…
«Non è una cosa che mi impressiona più di tanto, in campo ne ho viste di tutti i colori, però è certamente un gesto poco comune, soprattutto oggi. [ride, ndr] È un giocatore che non ha paura di lottare, su questo non ci sono dubbi».
Che giocatore le sembra, quali caratteristiche le piacciono di lui?
«È un ottimo calciatore, un ragazzo con i piedi buoni e il pensiero rapido. A questo aggiunge un certo agonismo, nonostante il fisico minuto, che gli consente di essere molto utile tanto in fase di impostazione quanto in quella di interdizione. Un bell’innesto per la Fiorentina, ciò che serviva».
Poco fa ha parlato dei suoi inserimenti, che lo hanno portato a trovare anche la via del gol: ritiene siano movimenti spontanei del giocatore oppure dettati da mister Italiano?
«Guardi, un buon allenatore è colui che, avendo tra le mani buoni giocatori, fa pochi danni. Italiano avrà sicuramente dei meriti, ma quando un calciatore ha quelle qualità l’allenatore fa poco. I movimenti, le giocate, la presenza a tutto campo di Torreira sono frutto delle sue doti, della sua tecnica, del suo istinto. È cresciuto e sta crescendo, lo si vede da tante piccole cose. Segno anche che forse a Firenze ha trovato ciò di cui aveva bisogno».
C’è chi si è lanciato in paragoni, avanzando l’ipotesi che vi fossero dei tratti comuni tra Pecci Torreira. Cosa ne pensa?
«Difficile fare paragoni, sono due tipi di calcio completamente diversi. Forse ci sono delle piccole somiglianze, ma ritengo siano più le differenze: io ero più alto e forte fisicamente, lui più bravo nell’interdizione, io avevo il passaggio più lungo… Insomma, evitiamo paragoni e godiamoci questo giocatore».
Fiorentina che tra non molto dovrà decidere se riscattarlo o meno…
«Come dico sempre, dipende dal prezzo della merce. Mi pare che il costo del riscatto non sia proibitivo, soprattutto per assicurarsi un calciatore del livello di Torreira. Per cui non dovrebbero esserci problemi».
Intanto la Fiorentina continua ad inseguire il sogno europeo. A cominciare dalla gara con l’Empoli…
«L’Empoli è una squadra propositiva, che gioca al calcio e può dar fastidio a tutti, Fiorentina compresa. È una partita da non sottovalutare assolutamente. I viola stanno facendo una buonissima stagione, mostrando un ottimo gioco e, nel complesso, una certa personalità. Devono trovare e mantenere una continuità di risultati, questo è fondamentale. Penso i ragazzi di Italiano abbiano tutto per lottare fino a maggio per l’Europa: è giusto crederci».
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