Obbiettivo Europa, ma quale?
Troppa Fiorentina per la derelitta Salernitana. Poteva venire fuori solo un 4 a 0 mettendo di fronte la, senza dubbio, peggior squadra della serie A contro quella che, forse, sta giocando il miglior calcio del campionato. Ed è andata anche bene ai ragazzi di Colantuono, subentrato inutilmente qualche settimana fa a Castori. Perché la Fiorentina di sabato al Franchi ha dato, talvolta, la netta impressione di non riuscire a trovare la giusta concentrazione per sbarazzarsi dell’avversario in modo rapido e con poca fatica. Il primo tempo era finito, infatti, solo uno a zero, con un gol di Bonaventura, che raccoglieva una cortissima respinta di testa della difesa e metteva dentro dal limite con un esterno di buona fattura. Un primo tempo in cui i campani avevano tenuto abbastanza bene il campo e con un Ribery smanioso di farsi vedere, anche se l’impressione netta era che il francese stesse un po’ predicando nel deserto. Insomma, la differenza tecnica fra le due squadre era stata un po’ attenuata dalla difficoltà della Viola di trovare il giusto modo di affrontare la gara. Quando tutto è troppo facile rischia di diventare complicato.
Ma siccome il calcio ha una sua logica, nel secondo tempo la Fiorentina ha messo il turbo ed è riuscita a scrollarsi di dosso tutti i problemi. La partita è diventata un monologo, con Ribery che piano piano spariva dal campo, perdendo qualche pallone di troppo (la stanchezza, ma anche lo scoramento, vista l’impossibilità di dialogare con i compagni di squadra). I ragazzi di Italiano si impadronivano del campo e si innalzavano in volo. Prima Vlahovic, con un sinistro di gran classe, poi ancora il serbo, su cross basso di Sottil, e poi Maleh, che raccoglieva una corta e goffa respinta del portiere. Finiva 4 a 0, come detto, in grande scioltezza, con Italiano che festeggia nel miglior modo possibile i suoi 44 anni (auguri!!) e la Firenze calcistica che comincia davvero a sognare qualcosa di impossibile (a inizio stagione). Perché, visto ciò che sta proponendo questa squadra, l’Europa League potrebbe non essere il massimo obbiettivo. Dipenderà molto dal mercato di gennaio. Certo, saltare dai bassifondi della classifica delle passate stagioni al Paradiso delle alte vette di oggi, sembra quasi un miracolo. Ma se sognare si deve, tante vale sognare in grande.
Le pagelle, nella partita di sabato, hanno, secondo noi, poco senso. Si può parlare di Vlahovic e dei suoi 15 gol. Delle scorribande a tagliare a fette il campo di Nico Gonzalez, dei ritrovati Callejon e Duncan (la scorsa stagione ectoplasmi e quest’anno giocatori veri). Ma forse conviene solo parlare di una squadra vera, forte, compatta, pronta a dichiarare guerra al campionato sotto la guida del generale Vincenzo Italiano.
E con la supervisione del generalissimo Rocco Commisso.
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