Italiano ha trasformato una squadra non eccelsa in un concentrato di cuore, tecnica e passione
Non basta Ibra al Milan in una delle serate più magiche della recente storia viola. Non basta lo svedese a Pioli perché Italiano e i suoi ragazzi hanno dimostrato che con il cuore, ma non solo, e nonostante le tante assenze, si può anche battere la prima in classifica. La Fiorentina sconfigge il Milan, in una gara che a un certo punto, sul punteggio di 3 a 0 per la Viola, sembrava praticamente conclusa. Poi la doppietta di Ibra, favorita da errori dei giocatori gigliati, rimetteva tutto in discussione. Ma siccome la serata era di quelle da ricordare, proprio mentre il pareggio sembrava imminente, arrivava il 4 a 2 di Vlahovic. L’autogol finale di Venuti, su tocco di testa del mai domo Ibrahimovic, serviva solo per la statistica.
Non è così semplice riordinare le idee in una serata con tante emozioni come quella di sabato sera al Franchi. Una partita che sembrava già segnata dal pronostico ma che invece si è rivelata, per i tifosi viola, una scatola piena di piacevolissime sorprese. A cominciare dal primo gol di Duncan, venuto dopo un errore in uscita alta dell’ex viola Tatarusanu. Gol arrivato al quarto d’ora del primo tempo (“troppo presto, ora si arrabbiano e ci fanno a pezzi” sembrava di sentirle le parole dei soliti pessimisti travestiti da tifosi). Ma la Fiorentina tiene botta, nonostante la pressione del Milan e, anzi, riesce nella incredibile impresa di raddoppiare, praticamente allo scadere del recupero, con una magia di Saponara, uno dei tanti “miracolati” dal tecnico viola. Una rete fotocopia di quella di Marassi contro il Genoa, ormai un marchio di fabbrica di questo giocatore a cui solo una certa fragilità emotiva sembra avere precluso una carriera prestigiosa. Si va al riposo sul due a zero, nemmeno il più sfegatato dei tifosi viola sarebbe stato capace di sperare tanto.
Nella ripresa, la scatola delle sorprese preparata da mago Vincenzo Italiano offre un gol straordinario di Dusan Vlahovic su assist di Duncan. Un gol da posizione quasi impossibile, a porta vuota ma defilato sulla sinistra. Un gol da fuoriclasse vero. E lo stadio sembra sciogliersi in un’ideale abbraccio al centravanti serbo. La partita sembra finita ma Ibrahimovic decide di dare una scossa ai compagni e segna prima su assist di Bonaventura (sì, la palla gol gliela offre proprio il numero cinque viola) e poi sfruttando un traversone dalla sinistra. Sul 3 a 2 tutti si aspettano il crollo della Viola. Ma stasera, come detto, la serata è magica. E Theo Hernandez decide di imitare Bonaventura e offre a Nico Gonzalez, appena entrato, una palla al limite della sua area. L’argentino vede Vlahovic, lo serve e il serbo con una rasoiata dal limite fa secco Tatarusanu (che dopo stasera nessuno rimpiangerà più a Firenze). Qualcuno allo stadio invoca il nome di Vlahovic. Chissà se basterà per far cambiare idea al giocatore.
Le pagelle ci dicono che il migliore è stato Italiano, che ha trasformato una squadra non eccelsa in un concentrato di cuore, tecnica e passione. Poi arriva Vlahovic, che a questi livelli non è sostituibile con nessuno. E poi il tanto vituperato Duncan, che forse avrebbe avuto bisogno di maggior fiducia dai tre tecnici precedenti. Come Saponara.
Il futuro, quindi, sembra promettere bene. Soprattutto se arriverà Commisso e riuscirà a convincere Vlahovic che a Firenze non si sta poi così male. E promettendogli di fare una squadra forte. I soldi ci sono, il tifo appassionato pure, il Franchi verrà restaurato, cosa manca ancora?
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