La Viola illude ma non delude
La Fiorentina illude e si illude in uno scintillante primo tempo contro i campioni d’Italia. Unico neo, non da poco, l’incapacità di non riuscire a concretizzare il tanto lavoro svolto. Solo uno striminzito uno a zero, gol di Sottil, dopo una grandissima azione di Nico Gonzalez. Un punteggio pericolosissimo contro una squadra, quella nerazzurra, che non poteva essere quella arruffona e timida del primo tempo. E infatti, nella ripresa l’Inter si presenta con la faccia arcigna e segna tre gol, chiudendo una partita che la Viola, e il tecnico, avrebbero dovuto gestire in modo ben diverso. L’impressione, alla fine, è che l’Inter sia una squadra più forte della Fiorentina ma forse, giocando in modo più attento e accorto, qualcosa di più poteva essere portato a casa da Italiano e c.
Comunque, resta negli occhi di tutti il primo tempo di grandissimo spessore giocato dalla Viola. Il tecnico stupisce tutti mettendo dentro Benassi come esterno basso a destra e Sottil al posto di Callejon. Nastasic, a sorpresa, fa coppia con Milenkovic in mezzo alla retroguardia. Ma la squadra sembra non subire nessun contraccolpo dalle rotazioni. Gioca a memoria. L’Inter soffre, tanto, e solo un grande Handanovic, e l’imprecisione dei giocatori viola, impediscono al punteggio di essere più rotondo. All’intervallo, nelle file gigliate, c’è tanta fiducia e tanta voglia di fare un’impresa che non sembra impossibile. Ma nella ripresa le cose cambiano, repentinamente. L’Inter comincia a spingere, adesso è la Viola a soffrire. La differenza, come detto, rispetto al primo tempo la fanno le tre reti di Darmian, Dzeko e Perisic. Vero che la Fiorentina non molla mai, resta sempre in partita, anche quando rimane in dieci per una follia di Nico Gonzalez, che, dopo essere stato ammonito applaude l’arbitro (e meno male che Calhanoglu lo trattiene mentre l’argentino sembra essere disposto a passare alle vie di fatto contro il direttore di gara). La differenza, qualcuno potrebbe pensare che l’hanno fatta i portieri. Vero che Dragowski non ha fatto miracoli, ma tutta la squadra nel secondo tempo ha sofferto, e parecchio. Non sappiamo se sia stata anche una questione fisica. Certo, che il gioco della Fiorentina è molto dispendioso e intenso, il pressing sull’avversario è in certi momenti feroce e incessante. Ma il gioco di Italiano è questo, e lo si sapeva. Prendere o lasciare. Certo, visto la quantità di gol che la Fiorentina subisce, nove in cinque partite, chiunque tiri in porta, dovrà aggiustare la mira, altrimenti si rischiano altre sconfitte come quella del Franchi di martedì.
Sui singoli, Nico Gonzalez, che comunque aveva giocato a corrente alternata, è certificato come peggiore in campo, vista l’espulsione. Per gli altri, diventa difficile fare una classifica di merito, vista la clamorosa differenza di rendimento fra primo e secondo tempo. Due parole merita Vlahovic, a noi non pare tranquillo, non ci sembra quello dell’anno scorso. Forse il gioco di Italiano non lo aiuta, dovendo comunque dividere gli spazi in attacco con altri due compagni. O forse ci sono altri pensieri che gli ronzano in testa. Vedremo, il futuro già bussa alla porta. Domenica a Udine torneranno in mente tristi ricordi. Ci sarà da vincere, anche per onorare la memoria di chi non c’è più.
Capitano, mio capitano…
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