Si poteva vincere, anche in nove
Due punti persi contro una squadra probabilmente destinata alla retrocessione. Questa l’estrema sintesi della partita Torino-Fiorentina vista dalla parte della Viola. Gara epica, quasi d’altri tempi. La squadra di Prandelli si è ritrovata a un quarto d’ora dalla fine in nove uomini, ma non sembrava prendersela troppo, visto che il gol, bellissimo, del vantaggio di Ribery era arrivato quando la Fiorentina era in dieci per l’espulsione di Castrovilli per fallo da ultimo uomo. Prandelli, in inferiorità numerica, aveva messo in campo Pulgar, non togliendo però un attaccante ma un esterno, Venuti. Mossa azzeccata, visto il gol di Ribery. Con ogni probabilità la partita sarebbe finita lì se Milenkovic, in un episodio comunque poco chiaro, non si fosse fatto espellere dopo un battibecco con Belotti (e il dubbio che il granata abbia fatto un po’ di teatro rimane). Con la squadra in nove, inevitabile l’uscita di Ribery per Igor. Il Torino colpisce una traversa, la seconda della gara ma anche la Fiorentina aveva preso un palo con Vlahovic nel primo tempo. E poi raggiunge il pareggio con Belotti, dimenticato in mezzo all’area dai difensori viola (strano, perché era l’unico che poteva segnare). La partita finisce lì. I viola non ci provano più a attaccare e il Torino, oggettivamente, appare troppo molle e impaurito per provare a vincere.
Eppure la partita era cominciata bene per la Viola. Primi venti minuti dominati dai ragazzi di Prandelli, con il palo di Vlahovic, che, solo davanti a Sirigu, angola troppo, dopo un passaggio perfetto di Ribery (non era difficile da buttare dentro, quella palla). Peccato che la Viola non riesca a dare ulteriore impulso alla sua manovra. Probabilmente con un po’ più di continuità il gol sarebbe arrivato. Invece è il Torino a prendere fiducia e a colpire una traversa con Zaza (che con Nicola in panchina sembra quasi rinato). Il primo tempo finisce senza ulteriori sussulti. La ripresa comincia con un gol annullato per fuorigioco di centimetri a Vlahovic su assist di Bonaventura. Un fuorigioco che solo il Var poteva, diciamo, percepire. Poi i fuochi d’artificio di cui abbiamo già parlato. Alla fine rimangono le buone prestazioni di Bonaventura e Ribery, il gran lavoro di Amrabat e di Vlahovic, che avrebbe meritato un gol regolare (anche se il giocatore deve lavorare ancora molto su movimenti e tocco di palla. Tende a disperdere troppe energie). Ma anche la poca lucidità di Castrovilli, che espulsione a parte non è apparso brillantissimo, e Milenkovic, troppo ingenuo sulla provocazione del centravanti granata. Insomma, alla fine, contro questo piccolo Torino, la Fiorentina doveva portare a casa i tre punti. Poteva farcela, anche dopo essere rimasta in nove. Se solo i difensori si fossero ricordati di un certo Belotti…
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