Rocco sorride sempre, ma parla sul serio…
di Massimo Mattei
Un anno. Bello e intenso, anche se così strano e doloroso, fuori dal pallone.
Ma del resto, il primo anno di Rocco Commisso, presidente della Fiorentina, è stato poco calcistico, per causa di forza maggiore, poiché il calcio, come tutte le attività umane consuete, è stato congelato dal virus.
L’anno è invece stato una lunga luna di miele che non è ancora finita, mesi e mesi all’insegna dell’empatia, della connessione tra il nuovo proprietario del club e il sentimento dei tifosi e della città.
Un sentimento che prescinde dal naturale credito sulla novità, specie se arrivata dopo la contestazione alla precedente gestione.
No, Commisso ha saputo fare qualcosa di più, andare oltre, tanto che il legame tra lui e il colore viola è andato via, via, aumentando.
Eppure, l’imprenditore italo statunitense arrivò in città, davanti alla piazza sportiva, con Chiesa, il gioiellino di casa, speranza e pupillo di tutti gli sportivi fiorentini, praticamente già venduto, decise di rinunziare ad una cifra notevole che lo avrebbe fatto rientrare subito di una parte dell’investimento.
Ma Rocco (così, col nome proprio, lo chiamano affettuosamente i tifosi) nei suoi primi giorni fiorentini aveva visitato il Meyer, l’ospedale che è un’eccellenza italiana ed è anche un orgoglio che ha da sempre un posto nel profondo del cuore dei fiorentini: “l’ho promesso ad un bimbo malato – dichiarò Commisso – e non voglio deluderlo, perciò non venderò Chiesa…”.
Parole vere e sincere e infatti l’oggetto del desiderio dei grandi club rimase in viola, per un po’ tenne il broncino, ma rimase.
E i tifosi gioirono perché il nuovo presidente non è solo simpatico, ma mantiene anche le promesse, un’abbinata rara nel mondo del calcio e degli affari in generale.
E poi Rocco è simpatico davvero, si concede senza risparmi, strette di mano, pacche e sorrisi sono la sua quotidianità, ha 70 anni, ma trotterella instancabile per tutta la città, non declina gli inviti a cene ed eventi benefici ed accetta sempre con gioia di farsi una foto coi tifosi.
E non solo a Firenze, Commisso si è comprato la Fiorentina per divertircisi, lui per primo, tant’è che se la porta a casa e la presenta nella sua New York, le immagini di Times Square tinta di viola fanno il giro del mondo e sono puro godimento per gli occhi dei fiorentini, sempre così orgogliosi della loro città e della loro squadra.
Abilità comunicativa?
Se fosse solo quella, Commisso, sarebbe un attore da oscar, ma non è solo quella, no, Rocco si diverte davvero, la dimostrazione è che è sempre a Firenze.
Il centro degli affari della sua azienda, Mediacom, è negli Stati Uniti, ma Commisso non manca una partita o un vertice di mercato, coi suoi uomini, Joe Barone e Daniele Pradè, uomini che si adeguano subito al piglio gentile e sorridente del loro patron, lo ‘stile’ della Fiorentina, non è più la pochette, l’algida eleganza firmata, ma il sorriso, caldo e popolare, e poi Rocco non si sottrae,anche a momenti meno piacevoli, come quando la società è costretta a giubilare l’allenatore Montella, dopo una serie di risultati deludenti, e ad ingaggiare Beppe Iachini.
Tuttavia, lo stile Commisso non è solo abbracci, parole e simpatia, tutte queste cose, per quanto importanti, non basterebbero a spiegare lo splendido rapporto che si è instaurato tra lui e Firenze.
No, Commisso è anche e soprattutto, fatti e voglia di investire: ‘ fast… fast… fast…’, agire e con velocità.
Con questa cifra si è presentato subito il nuovo proprietario della squadra.
E se, sul mercato calcistico, il tempo è stato subito scarso, arrivato a Giugno 2019, il tempo per le trattative era quasi già scaduto, eppure la nuova Fiorentina ha dato un segnale fortissimo, ingaggiando un campione. se non di primo pelo, certamente di primo piano, quel Ribery, infortunatosi e uscito dalla squadra troppo presto.
Nel successivo mercato invernale, il club viola ha proseguito nella direzione degli investimenti massicci e non a caso, la Fiorentina è stata eletta ‘regina del mercato’ dalla stampa di settore, poi la vera campagna acquisti, con i tempi canonici per effettuarla, sarà la prossima, quella in vista del prossimo campionato.
Senza scordare che non di soli calciatori vive una squadra dei tempi presenti, ma anche di strutture: e Commisso lo sa e non dimentica di ricordarlo ogni volta che parla in merito.
Infatti, Rocco, pronti via, ha investito 70 milioni di euro per il centro sportivo di Bagno a Ripoli, un progetto di cui si parlava a Firenze fin dai tempi dei Pontello.
E dopo il centro sportivo, sotto col nuovo stadio, Commisso si dichiara disponibile ad un grande investimento per edificare un nuovo stadio per la Fiorentina, ma la voglia dell’imprenditore s’impastoia, fin da subito, tra i lacci e i lacciuoli della burocrazia italica, perciò, passano i mesi tra i progetti di rifacimento del vecchio Franchi, lo spostamento della Mercafir, per far posto allo stadio nuovo in zona Novoli.
E anche Rocco, l’uomo gentile che dice sempre ‘grazie assai’, si spazientisce e si dice piuttosto deluso dai tempi che si fanno troppo lunghi, perché il progetto stadio possa partire sul serio.
Già, perché l’ex ragazzo che emigrò in America, senza quattrini, e lì si fece uomo e ricchissimo, il ragazzo di Calabria con il suo slang dolce, un italiano venato dalla nostalgia di chi ama la propria patria, ma è costretto a lasciarla per sopravvivere. Quell’uomo che sorride sempre, quando diceva: ‘fast, fast, fast…’ parlava sul serio.
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