Miani: “Questa Viola è già da Europa”
di Daniele Taiuti
La Fiorentina è una società blasonata che, tuttavia, non può contare numerose conquiste nel suo palmarès. Molte volte però la squadra gigliata è andata vicina al raggiungimento di un trofeo, vedendolo svanire spesso a causa di un fato contrario. Numerosi esempi possono essere citati dai tifosi e dagli addetti ai lavori. Nella storia recente vengono ricordate con molta amarezza la stagione 98-99’, in cui la Fiorentina campione d’inverno perse Batistuta a causa di un lungo infortunio e con esso svanirono pure le speranze di tricolore, e la stagione 81-82 che ancora oggi reca il maggior rammarico alla Firenze sportiva. In quella annata che sembrava foriera di grandi gioie, l’infortunio di Antognoni pregiudicò il compiersi di un’impresa storica della squadra viola. Non perché il sostituto non fosse all’altezza del compito anzi; si ha la netta sensazione tuttavia che con il capitano in campo la Fiorentina avrebbe vinto il suo terzo scudetto. Quando facciamo riferimento a colui che prese il posto di Antonio, parliamo di Luciano Miani. In quella stagione l’ex calciatore abruzzese disputa una delle migliori annate della sua carriera; ed è anche per merito suo se la Fiorentina riesce a contendere lo scudetto alla Juventus fino all’ultimo minuto. Prima del suo arrivo a Firenze nella stagione 80-81 è protagonista di un buon campionato con la maglia dell’Udinese. Adesso con lui parliamo della partita in arrivo e del momento dei gigliati.
Luciano Miani, cosa dobbiamo attenderci dalla Fiorentina nella stagione in corso?
“Le premesse sono quelle di un ottimo campionato: si respira un grande entusiasmo nell’ambiente per l’avvento di Commisso, e la squadra si è poi rinforzata grazie all’arrivo di Ribery, che ha portato una mentalità vincente nel gruppo. Ci sono tutte le carte in regola quindi per raggiungere un piazzamento europeo”.
Quanto può contribuire Montella alla crescita della Viola?
“Molto. Tuttavia il brillante tecnico campano deve compiere un ulteriore step: unire la bellezza del gioco espresso alla concretezza dei risultati. Cosa che si è vista a Milano e questo significa che è sulla buona strada”.
Può essere l’anno della definitiva consacrazione di Chiesa?
“Credo e mi auguro di sì. Per essere un campione però deve diventare un uomo squadra quindi meno individualista, e soprattutto risultare più determinante negli ultimi sedici metri”.
Cosa deve temere la squadra gigliata dell’Udinese?
“I friulani hanno grande qualità, però palesano un rendimento alterno. La Viola deve preoccuparsi delle ripartenze dei bianconeri, e giocare quindi una partita di grande equilibrio fra i reparti”.
Firenze e Udine: quali sono le esperienze più significative vissute da lei nelle due città?
“Sono state due avventure straordinarie. Per quanto riguarda l’Udinese rievoco la salvezza che ottenemmo all’ultima giornata, e la gioia che essa recò a tutto l’ambiente. Di Firenze conservo un ricordo emozionante che la dice lunga sulla straordinarietà di questa città: al nostro ritorno da Cagliari dopo aver perso lo scudetto la gente ci accolse da trionfatori… ”.
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