Mario Maraschi, il bomber dello Scudetto
“Man mano che vanno avanti con gli anni, i giocatori arretrano – ha raccontato in una vecchia intervista degli anni ’70 – io ho fatto il contrario. Avevo cominciato come ala tornante, poi nel 1968 sono passato centravanti, visto che nella Fiorentina, Amarildo non segnava mai”.
Benedetta fu la scelta del “Petisso” Pesaola che, da volpone della panchina, fece di necessità virtù, affidando a Mario Maraschi la maglia numero 9 e il ruolo di centravanti della Fiorentina. Perché quel piccolo, ma indomabile ragazzo di Lodi fece la fortuna della squadra viola e fu tra i grandi protagonisti del miracolo Scudetto.
Maraschi non aveva qualità eccelse, ma sapeva far tutto e, soprattutto, faceva gol in tutti i modi: di destro, di sinistro, di testa, su rigore o in acrobazia. Non si faceva picchiare dai difensori, anzi era lui, spesso, a darle per primo. Solo per farsi rispettare perché la sua correttezza era riconosciuta da ogni avversario.
Arrivò a Firenze nel 1967, acquistato dal Lanerossi Vicenza, e segnò subito 12 reti. Nella stagione successiva, quella del tricolore, ne fece 14 e fu il capocannoniere della Fiorentina. Suo il gol del raddoppio, a Torino contro la Juventus, che consegnò alla storia il secondo e, purtroppo ultimo, Scudetto viola. Restò in maglia gigliata fino al 1970, mettendo insieme 79 partite in serie A e 31 reti.
Se ne tornò a Vicenza, segnando ancora, poi a Cagliari , infine, alla Sampdoria dove è ancora ricordato per un gol in rovesciata nel derby della Lanterna.
Oggi, 28 agosto, fa cifra tonda compiendo 80 anni e noi del Brivido non potevamo che fargli un grandissimo augurio viola!
I commenti sono chiusi.