I primi 60 giorni di Joe Barone, l’uomo che ha già conquistato i tifosi viola
Quando lo vedemmo per la prima volta allo stadio Franchi nel maggio scorso, con quella sciarpetta viola stretta al collo e quell’espressione trasognata ci fece un po’ sorridere, suscitando curiosità e battute ironiche, tipicamente fiorentine, anche per il suo nome, prototipo perfetto dell’italoamericano da cinematografo.
Impressioni superficiali, figlie di stereotipi spazzati via in appena 2 mesi nei quali Joe Barone non ha sbagliato una mossa, scalando vertiginosamente l’indice di gradimento fra i tifosi viola, tra i quali ha raggiunto una popolarità seconda sola all’uomo di cui è ombra fedele: Rocco Commisso.
Le sue videochiamate al presidente e al direttore sportivo Daniele Pradè, per farli rispondere in diretta alla domande dei piccoli tifosi seduti accanto a lui sulla tribunetta del campo sportivo di Moena, hanno avuto l’effetto di una rivoluzione mediatica che ha ridicolizzato il muro di omertà che spesso circonda un calcio ormai schiavo di personaggi che si prendono fin troppo sul serio. Siparietti, show, chiamateli come vi pare, che hanno mostrato il lato umano e sensibile di un personaggio capace di grandi slanci. Per non parlare della sua visita, insieme a Commisso, all’ospedale Mayer e del coinvolgimento emotivo, apparso assolutamente sincero, cui ha fatto seguito il racconto della famosa promessa fatta da Rocco al bambino sul futuro viola di Federico Chiesa.
Ma Joe Barone ha saputo mostrare anche il volto ferreo e intransigente di una società nuova, che non vuole piegarsi a nessuno. Prima nella trattativa economica con Corvino sulla rescissione del contratto, poi nell’ormai celebre confronto con Federico Chiesa, a bordo del pullman parcheggiato nella Grande Mela. “Dove vorresti andare? Tu sei la Fiorentina! Non ti cediamo neppure per mille miliardi!”. Queste le parole che avrebbe pronunciato e che sono piaciute tantissimo alla stragrande maggioranza dei tifosi viola che hanno apprezzato anche le frasi con hanno rimesso in riga Dragowski: “Ha un contratto e lo rispetterà”.
Insomma Joe, in appena 60 giorni da rappresentante di Commisso nell’universo viola, ha dimostrato di aver colto al volo tante sfumature del carattere (spesso controverso e difficile da capire) della tifoseria viola, rappresentandola in modo praticamente perfetto, anche con i suoi difetti e i suoi inguaribili eccessi. Tutto ciò avrà un riflesso negativo sulle finanze della Fiorentina? Forse sì, ma chi se ne importa… tanto come ha più volte dichiarato Commisso: “Adesso i soldi non sono un problema”.
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