Marchesi: “Pioli? Il destino di un tecnico dipende dalla qualità dei suoi giocatori”
di Daniele Taiuti
Capita a volte osservando la Serie A attuale di provare malinconia rievocando il grado di competitività che il calcio italiano ai massimi livelli poteva offrire un tempo, principalmente a cavallo fra gli anni 80 e 90. Se nell’epoca attuale la competizione ai vertici segnala una squadra, la Juventus, nettamente più forte delle altre, nell’ultimo ventennio del secolo scorso, rammentando che una società di medie dimensioni come l’Udinese poteva annoverare tra le proprie fila un fuoriclasse assoluto come Zico, la stragrande maggioranza delle squadre iscritte alla massima serie aveva ragione di nutrire ambizioni di alta classifica. Uno dei principali allenatori di quel periodo storico è stato senza ombra di dubbio Rino Marchesi. Il mister lombardo in quegli anni alla guida di Napoli e Juventus ha avuto il merito e la possibilità di allenare due fra i più grandi stranieri passati dal Belpaese: Maradona e Platini. Anche da calciatore può vantare dei trascorsi importanti, riferiti principalmente alla sua esperienza in maglia viola. Con la Fiorentina conquista in totale quattro trofei: Nella stagione 60-61 ottiene una Coppa Italia e una Coppa delle Coppe; nel 66 vince una Coppa Mitropa e una seconda Coppa Italia. Lo invitiamo ora a disquisire con noi sui temi contemporanei in casa viola, con degli accenni all’insidiosa partita in arrivo.
Rino Marchesi, qual è la sua opinione di Pioli come tecnico?
“E’ un professionista molto preparato e una persona seria; tuttavia il destino di un allenatore è strettamente legato alla qualità dei calciatori a propria disposizione e al valore della società da cui dipende”.
Federico Chiesa può essere paragonato a qualche campione italiano del passato?
“Per alcune movenze mi sento di avvicinarlo alle grandi ali di un tempo come come Sala e Lentini. In generale, le prerogative principali che lo accomunano ai grandi campioni sono sia il forte carattere sia la costante voglia di migliorarsi, potendo usufruire ancora di ampi margini di miglioramento”.
Secondo lei, c’è un calciatore viola dal potenziale non totalmente espresso su cui valga la pena insistere nella prossima stagione?
“Considerando l’età mi intriga molto Simeone. A mio parere se l’argentino riuscisse a migliorare tecnicamente, in futuro potrebbe ottenere dei grandi risultati. Attenzione a non bocciarlo frettolosamente”.
La partita contro il Frosinone del fiorentino Baroni può avere ancora una certa rilevanza nel campionato della Viola?
“Malgrado l’accesso all’Europa tramite il campionato da parte dei gigliati sia veramente arduo, ma non impossibile, è giusto attribuire la necessaria importanza a tutti i restanti incontri; A cominciare già dal match contro la squadra ciociara dell’ottimo Baroni”.
Rivisitando i suoi ricordi, quali sono le emozioni più forti che ha avvertito nell’indossare la maglia gigliata?
“In questo senso i miei pensieri si soffermano sui numerosi trofei che riuscimmo a conquistare, soprattutto l’affermazione in Coppa delle Coppe nel 1961 fu particolarmente emozionante e gratificante”.
I commenti sono chiusi.