Un anno senza il Mondo
Esattamente un anno fa, il 29 marzo 2018, ci lasciava Emiliano Mondonico, grande allenatore e grande tifoso viola, con la tessera del Viola Club Settebello sempre in tasca. Una persona autentica in un mondo, quello del calcio, pieno di falsità e ipocrisie. Generoso, caustico e anche ribelle, Mondonico era un uomo che non accettava le ingiustizie e non aveva paura di manifestare le proprie idee, anche con gesti clamorosi come quella sedia alzata al cielo durante la finale Uefa del suo Torino ad Amsterdam, in segno di protesta contro un evidente sopruso arbitrale. Nato a Rivolta d’Adda, da calciatore aveva vestito le maglie di Cremonese, Torino, Monza e Atalanta. Da allenatore aveva cominciato proprio con la Cremonese, riportandola in serie A nel 1984, poi l’Atalanta (altra squadra della sua vita) che condusse fino alla semifinale di Coppa delle Coppe. Seguita dall’esperienza con il Torino, esaltante, come il già citato gesto della sedia. Poi Napoli, Cosenza e, finalmente, Fiorentina, nella stagione 2003/2004, quando riuscì a portare in serie A una squadra“ereditata” nei bassifondi della classifica della cadetteria. Un obiettivo che pareva impossibile per tutti, ma non per il Mondo che instaurò un rapporto fortissimo con la squadra, in particolare con Riganò, e la condusse fino alla vittoria nel doppio spareggio con il Perugia. A fine carriera, il suo grande cuore lo portò anche ad allenare gli ex alcolisti e gli ex tossicodipendenti e a commentare in tv e radio, con grande passione, le vicende della sua Fiorentina. Negli ultimi 7 anni della sua vita ha combattuto, orgogliosamente, la battaglia contro il cancro, fino al 29 marzo scorso quando ci ha lasciato, creando un vuoto incolmabile in tutta l’Italia calcistica.
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