Egisto Pandolfini, la leggenda viola che scoprì Antognoni
“Nils, devi venire con me a vedere un ragazzo che è un piccolo fenomeno”. Sono passati oltre 46 anni da quel giorno in cui Egisto Pandolfini (nella foto con Beppe Chiappella) invitò l’allora allenatore della Fiorentina Liedholm a salire sulla Fiat Cinquecento che li avrebbe portati al campo dove giocava il giovane Giancarlo Antognoni. La storia narra che fu un viaggio movimentato perché a Egisto piaceva fumare mentre il “Barone” odiava le sigarette. Ma ne valse la pena: “Il ragazzo joga bene – sentenziò Liedholm – prendiamolo!”. E così nacque la leggenda viola dell’Unico 10. Merito dell’occhio lungo di Pandolfini che convinse il presidente Ugolino Ugolini a versare addirittura 435 milioni delle vecchie lire per strappare Antognoni alla concorrenza e portarlo a Firenze. Un’impresa, vista la poca attitudine del proprietario del club gigliato a mettere mano al portafoglio. Ma mai acquisto fu più azzeccato nell’intera epopea della Fiorentina che aveva un’arma in più di tutte le altre società: la competenza del dirigente di Lastra a Signa, talent scout formidabile. Sotto la sua gestione, infatti, il vivaio viola sfornò giocatori fantastici per la prima squadra: da Superchi a Esposito, passando per Ferrante e Merlo. Una nidiata che formerà l’ossatura della Fiorentina ye-ye e conquisterà lo storico secondo Scudetto del 1969. Ed Egisto era bravissimo anche come uomo mercato, tanto è vero che fu lui a consigliare l’acquisto di De Sisti. Dopo Antognoni arrivarono Giovanni Galli, Desolati, Di Gennaro, Carobbi e tanti altri ancora. Per tutti i giovani viola Egisto era un punto di riferimento, una sorta di padre più che un dirigente. Da ragazzo era stato anche un fortissimo calciatore, una mezzala completa, dotata di un tiro forte e preciso. Nella Fiorentina giocò 148 partite, segnando 36 gol. E fu pure Nazionale, con 21 gare in azzurro e 89 reti segnate. Oggi (29 gennaio 2019) all’età di 92 anni ha deciso che poteva bastare così e se n’è andato, lasciando un grande vuoto nella Firenze calcistica e non. E noi del Brivido non possiamo che dirgli un ultimo grande “Grazie” per tutto ciò che ha fatto per la nostra amata maglia viola.
I commenti sono chiusi.